LA BRIGATA MAIELLA

La brigata Majella. Fu tra le pochissime formazioni di patrioti di ispirazione repubblicana aggregate alle forze alleate. Sul bavero al posto, delle stellette a cinque punte, riconducibili alla monarchia e quindi espressione del giuramento di fedeltà al Re (che i maiellini, tutti repubblicani, rifiutavano), c'erano due nastrini tricolori. Essi infatti non riconoscevano il Re in quanto causa della dittatura fascista e dello scoppio della guerra. Tale gruppo ebbe il più lungo e ampio ciclo operativo, dalla liberazione dell'Abruzzo risalendo la penisola sino al Veneto. Guida e comandante fu Ettore Troilo, che i giorni 10 e 11 settembre 1943 partecipò alla difesa di Roma combattendo contro i nazisti. Alla fine del 1943 iniziò a raggruppare elementi partigiani in una banda armata che prese il nome di Patrioti della Maiella, poi evolutasi militarmente sotto il suo comando come Brigata Maiella. Già nel dicembre 1943 cercò contatti con i britannici per poter far parte delle forze alleate, ma solo nel gennaio 1944 la loro richiesta fu accolta. Grazie ad alcune concessioni ottenute anche da parte del capo di stato maggiore Giovanni Messe, i patrioti iniziarono a disporre di un migliore armamento e di una divisa, che era comunque quella britannica. La brigata Maiella entrò quindi a far parte del Corpo italiano di liberazione pur conservando una sua autonomia. La Banda non aveva connotati partitici nonostante il comandante, Ettore Troilo, fosse socialista, nessuno venne mai classificato in base alla connotazione politica. Ciò conferma l'atipicità della Maiella e l'impossibilità di collocarla nel novero delle unità partigiane.