Al suo ultimo romanzo Matilde Serao affidò un messaggio fortemente pacifista. L'umanità varia che compone i protagonisti di "Mors tua" si trova a fronteggiare la guerra in tutto il suo potenziale distruttivo: sanguinosa, classista, capace di sterminare un numero incalcolabile di uomini e di avvelenare il cuore dei sopravvissuti, aprendo la strada al fascismo, alle sue guerre e ai suoi orrori
Come un incubo, sulle teste dei protagonisti di questo romanzo corale, incombe la minaccia della guerra. Una guerra che i personaggi della Serao vedono già per come sarà: sanguinosa e classista. Eppure non riescono a intuire il lato peggiore del conflitto: il suo logorante non finire mai e l’incalcolabile debito in termini di ragazzi morti che lascerà al futuro del paese.
Si rivelerà l’evento bellico più devastante della Storia umana finora conosciuta, capace di sterminare una generazione, e di avvelenare i giovanissimi superstiti con un odio per lo straniero in cui l’autrice sembra volerci indicare le radici del fascismo.
Matilde Serao, nacque nel 1856 a Parnasso, in Grecia, da padre esule napoletano e fu una delle penne più rivoluzionarie della sua epoca. Fondò inoltre due quotidiani tutt’ora esistenti: Il Mattino e Il Giorno. Morì nel 1927, alla sua scrivania, ancora intenta a lavorare, un anno prima dell’uscita di Mors Tua, il suo ultimo romanzo, ora riproposto da Studio Garamond.