10 Maggio 1941: un Messerschmitt ME 110 decolla dall'aeroporto militare di Augusta, Germania, alla volta di Glasgow, Scozia. A pilotarlo c'è un uomo che potrebbe cambiare la storia. È Rudolf Hess, il vice di Hitler, ma fallirà la sua missione. Ancora oggi, il suo volo disperato rimane un enigma. Come ha concepito l'impresa? Quali forze lo hanno agevolato, quali ostacolato? Dove sono finiti i documenti dell'epoca? Per far luce occorre fare un passo indietro. Il giovane Hess ha una biografia ricca di successi, quando conosce Adolf Hitler. Insieme affronteranno il carcere e la gloria, inseparabili come fratelli. 'Voi siete la Germania e quello che pensate è quello che il popolo pensa', ripete il fedele Hess al Fuehrer. L'inizio della guerra però lo riempie di dubbi. I suoi sono propositi di pace, che crede condivisi da Hitler. Gli altri gerarchi lo tengono a distanza come un disertore.
Ma è il momento di tentare un'azione che faccia di lui un eroe nazionale. Parte da Augusta e arriva in Scozia che è quasi notte, attraversando una contraerea allertata dai bombardamenti tedeschi su Londra. Si lancia in paracadute solo quando è sicuro del favore delle tenebre. Nonostante la pochezza di mezzi e le difficoltà del volo, atterra nella fattoria di David McLean, a poche miglia dal suo obiettivo: la residenza del duca di Hamilton. Ferito, la milizia comunale lo conduce in carcere. Gli inglesi sono sconcertati, e lo stesso Duca di Hamilton non sa come comportarsi. Dalla Torre di Londra è trasferito più volte in altre carceri. Quando Churchill viene a sapere questa vicenda, però, non sente ragioni. Nel frattempo, Hitler aveva saputo del viaggio. Hess aveva lasciato istruzioni a Karlheinz Pintsch, il suo assistente, da leggere se non avesse fatto ritorno entro quattro ore. Insieme alle istruzioni, una lettera da portare immediatamente al Fuehrer e, forse, un misterioso plico che non giunse mai a destinazione. La reazione di Hitler è la rabbia. Ma prima di prendere decisioni, aspetta 12 ore: se Churchill avesse davvero accettato un compromesso, Hess sarebbe stato una carta vincente. Non arrivano notizie. Il comunicato ufficiale verrà trasmesso il lunedì successivo al volo, con toni vaghi perché potesse essere eventualmente ritrattato. In sostanza, però, la Germania disconosce la paternità del viaggio di Hess. Il delfino di Hitler non uscirà mai più dal carcere.