Dopo l’attacco del 4 settembre, seguì una lunga ed estenuante marcia di quattro giorni in Aspromonte, con l’intenzione di ricongiungersi al proprio comando di reggimento; il 7 settembre, i paracadutisti raggiunsero il nodo stradale che dal Piano dello Zillastro, a cavallo tra Platì e Oppido Mamertina, domina il versante ionico e tirrenico e si resero conto di essere completamente circondati dalle forze nemiche: consapevoli della vicina capitolazione, il Capitano Conati prese la decisione di attaccare comunque il nemico e, guidando lui stesso un attacco verso le linee avversarie, venne fatto prigioniero. Subentrato al comando dei Paracadutisti superstiti il Capitano Michele Diaz, la battaglia proseguì fino alla mattina successiva, 8 settembre 1943.
Solo quando le ultime bombe a mano erano state lanciate e gli ultimi proiettili erano stati sparati, il reparto di Paracadutisti iniziò lo sganciamento dalla linea del fronte, dirigendo verso il centro abitato di Platì: qui li accolse una popolazione festante per l’annuncio dell’armistizio ma ansiosa perchè la guerra non era ancora conclusa. Quella di Piano dello Zillastro sarà l’ultima battaglia combattuta da un reparto regolare del Regio Esercito Italiano contro le forze anglo-americane nel Sud Italia, proprio in quelle frenetiche ore che portarono all’annuncio della firma dell’armistizio di Cassibile e alla tragedia di numerosi reparti italiani, che si sfaldarono privi di ordini e direttive da parte degli stati maggiori.