Nel corso della prima guerra mondiale tra gli apparati di comunicazione in dotazione agli eserciti il telefono, insieme al telegrafo, ricoprì un ruolo significativo. Sul fonte italiano a tecnici e ingegneri esperti di telecomunicazioni fu affidata l’organizzazione del servizio I.T. (Intercettazioni Telefoniche), istituito presso ogni Comando di Armata. Fra i compiti del telefonista, che doveva sempre accompagnare il comandante durante le ricognizioni per la scelta della posizione dell’artiglieria da dove aprire il fuoco sulle postazioni nemiche, oltre a quello di intercettare e sabotare le comunicazioni nemiche, c’era anche la trasmissione tempestiva degli ordini, assicurando le comunicazioni tra comandi, retrovie e prime linee.
Il primo conflitto mondiale fu l’occasione per affermare l’uso del telefono da campo. In Italia il merito della realizzazione del primo modello andato in produzione spetta al capitano del Genio militare Gaetano Anzalone, come è documentato dalla «Rivista di artiglieria e genio» nell’ottobre nel 1908. Il telefono da campo “tipo Anzalone” era contenuto in una cassetta di legno (munita di cinghia per il trasporto a tracolla) che su un fianco aveva un foro nel quale si avvitava la manovella del generatore magneto-elettrico, quando occorreva chiamare. Il collegamento avveniva attraverso cavi aerei, collocati su pali o più frequentemente appoggiati sugli alberi. Erano linee fragili e facilmente sabotabili.
Il primo conflitto mondiale fu l’occasione per affermare l’uso del telefono da campo. In Italia il merito della realizzazione del primo modello andato in produzione spetta al capitano del Genio militare Gaetano Anzalone, come è documentato dalla «Rivista di artiglieria e genio» nell’ottobre nel 1908. Il telefono da campo “tipo Anzalone” era contenuto in una cassetta di legno (munita di cinghia per il trasporto a tracolla) che su un fianco aveva un foro nel quale si avvitava la manovella del generatore magneto-elettrico, quando occorreva chiamare. Il collegamento avveniva attraverso cavi aerei, collocati su pali o più frequentemente appoggiati sugli alberi. Erano linee fragili e facilmente sabotabili.