IL PRIMO COMBATTIMENTO SU UN GHIACCIAIO

8 giugno 1915
Precasaglio, ore 18.50
L'azione per la conquista della Conca Presena e del Passo Paradiso è decisa.
Il Battaglione "Morbegno" è pronto.
Ogni alpino ha 4 pacchetti di cartucce, il fucile, il tascapane coi viveri e, arrotolato attraverso il corpo, un involto formato dalla mantellina, una coperta e il telo- tenda.
Ci incamminiamo verso Prà dell'Orto, in fila indiana. La 44a, 45a, 47a compagnia e due sezioni mitragliatrici sono in procinto di effettuare questo duro itinerario: risalire la Val Narcanello, toccare la Vedretta del Pisgana, attraversare il "Passo del lago inghiacciato", scendere in Conca Mandrone, puntare verso il Passo Maroccaro e da qui dilagare sul ghiacciaio del Presena fino al Passo Paradiso.
La salita è dura. Nessuna traccia di sentiero.
Il buio della notte moltiplica le difficoltà e i disagi. Il battaglione è comandato dall'energico Maggiore Castelli e fa affidamento sui consigli alpinistici di un borghese che segue il reparto, la guida alpina Bortolo Cresseri.
Dopo diverse ore di salita estenuante il battaglione è arrivato al "Passo del lago inghiacciato", ci dobbiamo fermare per aspettare i ritardatari. L'alba si avvicina. La giornata sembra serena e chiara, ma dalla Conca Mandrone salgono dense folate di nebbia, umida e fredda. Il Maggiore Castelli, per la sorpresa, fa affidamento proprio sulla nebbia.
Il presidio austriaco della"Leipziger Hütte", in condizioni di visibilità ottimali, non potrà fare a meno di notarci quando sfileremo in Conca Mandrone, fino al Passo Maroccaro. Se dovesse venire a mancare il "fattore sorpresa" sarà un grosso guaio!
Iniziamo il percorso che ci porterà fino allo stretto intaglio del Maroccaro. Per ora la nebbia ci è amica...speriamo! All'improvviso una folata di vento più forte delle altre spazza via completamente la foschia che ci proteggeva. Dannazione! Il presidio del Rifugio Mandrone ci ha individuato subito! Vediamo diverse pattuglie di sciatori precipitarsi a razzo verso il Passo Presena! Riusciranno a dare l'allarme ai loro compagni trincerati sul ghiacciaio, al di là della Cresta del Maroccaro, dobbiamo fare presto! Occorre raggiungere la Conca Presena quanto prima e attaccare a fondo le ridottine sul ghiacciaio e quelle del Passo Paradiso.
Il battaglione è arrivato al Passo Maroccaro. Questo 9 Giugno sarà un giorno di battaglia e di gloria! La 44a e la 45a compagnia si dispongono in formazione da combattimento, con le due sezioni mitragliatrici come copertura. La 47a compagnia, invece, resta in riserva con il Comando di Battaglione, al Passo Maroccaro. I reparti schierati sul ghiacciaio attaccano con impeto le posizioni nemiche 400 metri più in basso, vicino ai laghetti del Passo Paradiso. Il grido "SAVOIA" riecheggia tra le nevi e le rocce! Le nostre divise grigioverdi non ci aiutano su questa distesa candida di neve ghiacciata. Pochissimi alpini poi hanno gli occhiali anti riflesso, il chiarore del ghiacciaio è accecante.
Il fuoco degli austriaci inizia.
Non è particolarmente fitto, ma è maledettamente preciso, diversi alpini sono colpiti. Cade quasi subito anche il Sottotenente Petterino, alla testa del suo plotone! La fucileria austriaca non ci dà tregua. Il nostro fuoco è poco efficace contro truppe ben trincerate tra ghiaccio e roccia.
Anche le artiglierie austriache dei forti del Tonale aprono il fuoco su di noi, con un tiro a Shrapnel preciso ed efficace. Le nostre artiglierie non sono state coinvolte nel piano di battaglia per l'effetto sorpresa...una decisione discutibile!
Ci stiamo mettendo in una trappola! Gli austriaci non sono numerosissimi, ma ci bersagliano con un tiro frontale e laterale. Anche dalla nostra destra arrivano colpi precisissimi. Dei tiratori austriaci, trincerati sulla quota 2916, ci massacrano senza pietà!
Il ghiacciaio è punteggiato di morti e feriti, si vedono benissimo i nostri caduti, con le loro divise grigioverdi che spiccano sulla neve.
Non riusciamo ad avanzare! Siamo chiusi in una morsa di fuoco! Siamo anche esausti per la lunga marcia di avvicinamento, che ci ha consumato le energie migliori. La Conca Presena potrebbe diventare un trappola micidiale! Se dal Mandrone e dalla Val Presena salissero altre truppe nemiche, il nostro destino sarebbe segnato. È inutile restare su questo ghiacciaio insanguinato e farsi ammazzare per niente...la battaglia è persa!
Occorre tornare al più presto sui nostri passi e sottrarre il battaglione ad altre dolorose e scoraggianti perdite.
Nel pieno del combattimento, tra le fucilate e gli shrapnel , sentiamo chiaramente la tromba che suona la ritirata...sgombero totale, e alla svelta! La ritirata è un vero dramma! Gli alpini sono sconvolti e fisicamente distrutti. La neve ormai è fradicia, e si sprofonda ad ogni passo. Gli austriaci continuano il loro micidiale tiro, non ci danno tregua! Dobbiamo cercare di riguadagnare le posizioni del Passo Maroccaro e metterci in angolo morto, al più presto! Quanti morti, quanti feriti! Sicuramente sono rimasti sul ghiacciaio almeno 150 alpini, una vera strage!
Guardo i visi dei miei compagni bruciati dal sole. Molti hanno gli occhi arrossati dal riverbero del ghiacciaio. Questa battaglia si è trasformata in una tragedia. In futuro occorrerà studiare dei metodi di attacco più efficaci e praticabili. Con queste tattiche non andremo lontano. La ritirata del battaglione è completata. Ora dovremo rifare, a ritroso, l'itinerario compiuto nelle ore precedenti; sarà una via Crucis, con i feriti al seguito e lo strazio nel cuore per aver perso tanti compagni.
Getto un ultimo sguardo verso il ghiacciaio, testimone indifferente di tanto dolore. Chissà se fra cento anni, ripercorrendo i ghiacci e i nevai della Conca Presena, gli uomini ricorderanno ancora questo nostro sacrificio...

G.M.