Il Papa al cimitero militare di Nettuno: "No alla violenza, no alla guerra"

Dopo la messa al cimitero, Bergoglio ha reso omaggio alle vittime del massacro delle Fosse Ardeatine
Sul prato verde, tra le croci bianche, i fedeli della piccola cittadina affacciata sul mare aspettano da ore. Emozione e preghiere. Ed ecco  alle 3 del pomeriggio sotto un cileo che si fa nuvolo, arrivare il Papa.  Ua visita storica quella di oggi per Nettuno: mai un pontefice avevea celebrato la messa per la ricorrenza del 2 novembre in questo camposanto dove riposano 5000 soldati americani, morti durante la Seconda Guerra mondiale.

Una scelta non casuale,  Bergoglio nel giorno dedicato a chi non c'è più, chiede all'umanità di non dimenticare le lacrime di madri, padri, mogli, figli di chi è morto in guerra. "
La preghiera che viene alla mente a tutti noi quando guardiamo questo cimitero - ha detto il papa davanti a una folla di 5000 fedeli - Per favore Signore fermati: non più, non più la guerra, non più questa strage inutile".
E guardando le lapidi, nella loro sequenza sterminata, lancia un monito per il presente: "Oggi il mondo è nuovamente in guerra e si prepara a farlo più fortemente. Con la guerra si perde tutto". Racconta poi di quell'anziana ad Hiroshima "che con rassegnazione, guardando le rovine diceva: 'Gli uomini fanno di tutto per dichiarare e fare una guerra, e alla fine distruggono se stessi'. Le lacrime che le donne piangevano quando arrivava la posta con la notizia della morte di un marito o di un figlio sono lacrime che l'umanità oggi non deve dimenticare".  E ancora " Quando gli uomini fanno la guerra sono convinti di fare un mondo nuovo, una primavera e invece finisce in un inverno brutto crudele e regno di morte".

Ma in questa ricorrenza dei defunti, Bergoglio ha voluto rendere omaggio anche ai morti delle Fosse Ardeatine. Dopo Nettuno, eccolo tra le lapidi dei 335 uomini che qui vennero trucidati il 24 marzo del 1944.  E tra gli applausi della gente, prima di andare via,  lascia scritto un pensiero sul libro d'onore del Sacrario: "Questi sono i frutti della guerra: odio, morte, vendetta...Perdonaci, Signore".