Pochi conoscono la storia e le vicissitudini, umane e militari, di un corpo di spedizione russo sui fronti della Prima Guerra Mondiale; se note sono le operazioni dei soldati dello Zar sul fronte orientale, impegnati contro gli eserciti di Germania e Austria-Ungheria (offensive in Galizia, a Tannenberg o sui Laghi Masuri), sconosciuta ai più è la sorte di circa ventimila uomini che, dal 1916 al 1918, operarono a fianco dei soldati francesi ed inglesi sul fronte occidentale: un contingente, composto inizialmente da due brigate di fanteria, schierato sul fronte della Champagne, regione della Francia settentrionale confinante con le Ardenne del Belgio. Una problematica non irrilevante, ma che i generali dell’Intesa non avevano preso in considerazione, era che una volta iniziate le operazioni belliche, gli eserciti alleati si sarebbero trovati divisi, con a ovest gli Anglo-Francesi e a est i Russi, con in mezzo gli Imperi Centrali, che di fatto avrebbero impedito qualsiasi tipo di comunicazione tra di due fronti, rendendo così difficile una coordinazione tra le manovre e le tattiche da impiegare sul campo. Comunque sia, già nel dicembre 1915 era stata avanzata la richiesta, da parte dei Francesi, di poter impiegare sul fronte occidentale un consistente contingente russo (circa 300.000 uomini): il Generale Michail Alekseev, futuro leader della coalizione antibolscevica nel 1917-1918, si oppose, preoccupato degli elevati costi di vite umane già sofferte dal suo esercito nella Prussia Orientale. La richiesta francese, però, trovò largo seguito nello Zar Nicola II, intenzionato a mantenere buoni rapporti con gli Alleati, nel caso una simile richiesta fosse stata avanzata negli anni seguenti dal suo Stato Maggiore.
Nel gennaio 1916, la prima brigata, composta da due reggimenti, con un organico di 180 ufficiali e 8762 tra sottufficiali e soldati, comandati dal Generale Nikolaj Lochvickij divenne pienamente operativa, pronta a partire per il nuovo fronte. Dopo un’epica traversata in mare durata ben sessanta giorni, e dopo aver percorso oltre 30.000 km via mare, raggiunse il porto di Marsiglia il 26 aprile: la rotta seguita, dopo un viaggio mediante la ferrovia Transiberiana iniziato il 3 febbraio 1916, e l’imbarco nel porto cinese di Dalian, seguì il Mar della Cina, l’Oceano Indiano, risalì il Mar Rosso passando dal Canale di Suez, proseguendo poi nel Mar Mediaterraneo. Contemporaneamente al dispiegamento al fronte della prima brigata, una seconda venne inviata sul fronte di Salonicco nell’agosto 1916, a cui seguirono altre due, schierate anche queste in Francia e in Macedonia: in totale, oltre 40.000 uomini, suddivisi in maniera quasi identica tra i due fronti. Dopo un periodo di ulteriore addestramento, il Corpo di Sedizione Russo in Francia venne aggregato alla Quarta Armata e schierata sul fronte della Champagne, dove dimostrò elevate doti combattive e di coraggio; nel marzo 1917, venne spostato vicino Reims, dove prese parte all’Offensiva di Nivelle, catturando le cittadine di Courcy e Mount Spin: nell’azione, il Corpo perse ben 5542 soldati.
Dal fronte orientale, intanto, giungevano le notizie, ancora frammentarie, della rivoluzione di febbraio, delle numerose sconfitte e dello sfaldamento delle forze: visti con sospetto dai loro stessi alleati, gli uomini delle due brigate vennero inviati nelle retrovie, presso La Courtine, dove svolsero prevalentemente compiti di costruzione e di manovalanza: il morale basso sfociò nell’ammutinamento del 5 luglio 1917, quando i soldati si rifiutarono di eseguire gli ordini impartiti dai loro ufficiali, chiedendo al contempo di fare ritorno in patria. La situazione rimase pressoché statica, fino al 16 settembre 1917, quando 3000 soldati francesi, con il supporto dell’artiglieria, diedero l’assedio al campo di La Cortine, uccidendo dieci Russi e ferendone una quarantina: molti reparti furono sciolti e i soldati imprigionati nelle carceri francesi. Solo un centinaio di soldati russi continuò a combattere sul fronte occidentale, venendo raccolti in una legione e aggregati alla Prima Divisione di Fanteria della Legione Straniera; assieme alle truppe marocchine, vennero stanziati nei pressi di Amiens, dove presero parte all’offensiva di primavera del marzo 1918: in questa occasione, la Legione Russa perse quasi l’85% dei suoi uomini. Il 12 settembre, rinforzata di ulteriori rimpiazzi, prese parte ai combattimenti intorno a Laffaux, ricevendo una menzione speciale dal Maresciallo Ferdinando Foch, avendo catturato tre linee di fortificazione tedesche. Continuò la guerra fino alla smobilitazione, passando la Mosella e in Renania: alla data di scioglimento, la Legione aveva raggiunto un organico di 564 uomini, divisi in tre compagnie di fanteria ed una di mitragliatrici. Molti veterani, terminata la guerra, decisero di rimanere in Francia, non riconoscendo più il loro Paese travolto dalla rivoluzione e dalla guerra civile: continuarono a servire la Legione Straniera.