Notiziario: Il cornamusiere che sbarcò in Normandia suonando Berretti Blu

Il cornamusiere che sbarcò in Normandia suonando Berretti Blu

Nel film Il giorno più lungo, epico lungometraggio sulla preparazione e attuazione dello sbarco in Normandia, con i lanci di paracadutisti nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944, prima che le forze d sbarco mettessero piede nelle spiagge di Omaha, Gold, Juno, Sword e Utah, assistiamo a una scena che potremmo definire veramente surreale, pura invenzione cinematografica del regista: ovvero, quando il Comandante dei commandos scozzesi Simon Fraser, Quindicesimo Lord Lovat, ordina ad un soldato “armato” solo di cornamusa di suonare Berretti Blu, nonostante tutto intorno tuonassero le cannonate dell’artiglieria tedesca, che cercavano di ostacolare l’avanzata alleata subito dopo lo sbarco. L’attore, tra l’altro, era Leslie De Laspee, Cornamusiere ufficiale della Regina Madre, ingaggiato per il ruolo del giovane soldato ventiduenne Bill Millin, aggregato al First Special Service Brigade, sbarcato la mattina del 6 giugno 1944 sulla spiaggia di Sword Beach. Eppure, il celebre film, tratto dall’omonimo romanzo di Cornelius Ryan, non inventò niente, non creò una figura ai limiti dell’impossibile e dell’immaginario: il giovane Millin, appena uscito dal mezzo da sbarco e messo piede sulla spiaggia, cominciò davvero a suonare la sua cornamusa, andando avanti e indietro, intonando proprio Blue Bonnets over the Border (Berretti Blu oltre la frontiera, canto tradizionale scozzese), mentre fischiavano pallottole ed esplodevano colpi di artiglieria e di mortaio: c’è anche una foto di lui che scende dal mezzo da sbarco con la cornamusa in braccio e la spiaggia sullo sfondo.

Bill MillinI commilitoni di Bill Millin non credevano ai loro occhi, urlandogli di buttarsi a terra, di trovarsi un riparo in una buca o dietro un terrapieno: ma lui non sentiva ragione alcuna, aveva una missione da compiere e la portò avanti nonostante il rischio personale che correva. Del resto, bisogna credere ai miracoli se pensiamo che Bill Millin scampò al D-Day senza neanche un graffio e che sopravvisse al conflitto: per tutta la guerra, durante le battaglie, gli scontri, durante i turni e i periodi di riposo, Millin suonò la sua cornamusa, sollevando il morale di moltissimi suoi commilitoni poco più che ventenni, scaraventati nell’orrore di una guerra più grande di loro. La cornamusa, e le note di Hieland Laddie The Road to the Isles, comunque, quel 6 giugno 1944, accompagnò l’unità di Lord Lovat fino al Fiume Orne e al ponte che la notte precedente era stato raggiunto e presidiato dai Paracadutisti inglesi del Maggiore John Howard, della 6a Divisione Aviotrasportata. Anni dopo, Tom Duncan, commilitone di Bill Millin, dirà: “Ci tirava su il morale e aumentava la nostra determinazione. Ne eravamo orgogliosi e ci ricordava la patria e i motivi per i quali stavamo combattendo: per le nostre vite e per quelle dei nostri cari”.

Bill MillinLa cornamusa di Bill Millin suonò poi un’ultima volta, nel 1955: per i funerali solenni del suo Comandante, Simon Fraser di Lord Lovat, che lo volle al suo fianco assieme alla sua cornamusa in quella mattina del 6 giugno 1944. Anche Bill Millin è ormai morto: era il 17 agosto 2010, all’età di 88, quando chiudeva per sempre gli occhi nella sua casa nel Devon. E chissà se nella sua mente risuonavano ancora le note di Blue Bonnetts, capaci di sovrastare anche il tuono dei cannoni e le esplosioni dell’artiglieria. Oggi, sulla testa di sbarco di Sword Beach una grande statua in bronzo ricorda l’epopea di Bill Millin: l’unico soldato che sbarcò disarmato, indossando il tradizionale kilt (pare, per sua stessa ammissione, senza biancheria intima) e suonando la sua cornamusa.