Il 5 giugno 1915 – Oltre che all’immediato sgombero del paese ordinato dall’autorita militare senza nessun preavviso, furono arrestati con l’accusa di spionaggio, simpatie filo asburgiche, collusione con il nemico e tradimento quattro abitanti di Forni Avoltri.
“ Fù cosi improvviso e di cosi immediata esecuzione che la maggior parte degli abitanti partì senza recare seco nemmeno le cose più indispensabili.” (Da una comunicazione del sindaco)
Furono arrestati:
Giovanni Sottocorona, muratore di Collina emigrante con l’accusa di sobillatore e favoreggiatore dell’Austria
Pietro Eder, fabbroferraio di Forni Avoltri: individuo malfido e favoreggiatore degli austriaci con parenti e simpatie in Austria e spia al soldo del nemico.
Ferruccio Vittorio Toch muratore di Collina indicato dall’opinione pubblica,pericoloso spione e simpatizzante dell’Austria, avente rapporti, amicizie, simpatie con persone di nazionalità Austriaca.esercitante spionaggio a danno dell’Italia.
Valentino Gaier, muratore di Collina, è imprigionato come confidente, avente amicizie con sudditi austriachi ospitati nella propria abitazione.
Furono vittime delle voci pubbliche e di quell’atmosfera d’intimidazione diffusa dalle autorità militari, carica di sospetti e paure. Una vera e propria psicosi tendente a visionare spie ovunque e a scatenare una sconsiderata caccia alle streghe. Le Autorità non tennero nemmeno conto che le informative dei Regi Carabinieri erano costantemente positive nei riguardi degl’indagati, considerate “persone oneste e laboriose”.
Dall’entrata in guerra a tutto il 1915, le Autorità Militari ritennero che i pericoli maggiori per la sicurezza delle azioni militari, fossero legati al filo-austriacantismo ed allo spionaggio.
Nel 1916 emerse un aspetto nuovo nel rapporto tra i Militari e i Civili, la psicosi del diffattismo.
In Carnia furono centinaia i sospettati, che subirono incarcerazioni processi e internamenti, bastava solo aver avuto rapporti di lavoro oltre confine ed esprimersi in tedesco, come la maggioranza dei Carnici.
Anche l’On. Michele Gortani allora tenente degli alpini presso il Comando di Tolmezzo, prese posizione contro gli internamenti coatti perpetrati in Carnia.
Di Giovanni Sottocorona di anni 41. Si sà che fù mandato in Sicilia, lo attesta una lettera pervenuta al sindaco di Forni, inviatagli dall’Ospedale, Congregazione di Carità di Marsala, con la richiesta del saldo di £ 87.50 per il ricovero ospedaliero di 35 giorni causa, catarro intestinale, dal 2 sett. 1915 al 7ott. 1915. Datata 27 maggio 1916.
Al chè chiaramente il sindaco informa che il comune non si sarebbe fatto carico di tale onere, dato che è stato…”.allontanato da questo Comune per ordine dall’Autorità Militare ne viene di conseguenza che le spese d’ospedalità per il ricovero verificatosi….dovranno stare a carico dell’Autorita Militare e non di questo Comune..”.
Emigrante per tanti anni in Austria dovette rientrare nel 1914. La sua sola colpa era di aver apertamente espresso il suo disappunto, per l’entrata in guerra dell’Italia, una sera, all’osteria dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo si lascio andare qualche affermazione: “ L’Austria a mè ha sempre dato da mangiare”, ecc ecc…..affermazioni che furono poi riportate alle Autorità Militare. Non è stato trovato nessun documento che attesti il suo rientro a Collina.
Eder Pietro, di anni 43, cognome austriaco, il nonno proveniente da Luggau ( Carinzia ) si accasò a Forni Avoltri. Vedovo con otto figli, che dovette abbandonare affidandoli alla generosità dei parenti. Internato nella zona di Marsala svolse l’attivita di fabbro, fù molto apprezzato, al suo rientro non l’avrebbero lasciato partire. La sua colpa era di aver parlato in tedesco con i due feriti austriaci catturati a Passo Val d’Inferno, è da pensare che il suo certamente fù uno scambio di sentimenti, come un padre che incoraggia i figli trovatisi in situazione di estrema difficoltà. Dopo l’arresto e l’incarcerazione, fù processato il 27 luglio 1915 dal Tribunale di Guerra di Gemona e assolto per insufficienza di prove. Ma inviato al confino. Il 17 Gennaio 1916 la figlia maggiore Eder Teresa di anni 18, ( la più piccola aveva 5 anni ) inviò una petizione, per la revoca dell’internamento, alla Regina Margherita che per lunghi periodi soggiornava a “ Villa Italia “, Martignacco di Udine sede e alloggio del Re Vittorio Emanuele, fino all’ottobre 1917 quando il fronte si spostò al Piave.
Nel marzo 1916 Eder Pietro rientrò in paese non è dato sapere, se, per l’esito dell’istanza inviata dalla figlia.
Toch Ferruccio Vittorio classe 1889 muratore stagionale in Sud Tirolo. Lavorava nella zona di Merano dove conobbe la moglie originaria della Val di Non. ( cittadina austriaca ).
Nel 1914 allo scopio della guerra, come tutti gli emigranti dovette rientrare a Collina. Nel 1915 incriminato, è tradotto in carcere, processato il 29 luglio 1915 dal Tribunale di Guerra di Gemona e internato a Piedimonte d’ Alife ora Piedimonte Matese. (Caserta)
Come muratore fù immediatamente assunto per i lavori di costruzione di una centrale idroelettrica. Apprezzato per il suo lavoro il sindaco appoggiò il ricongiungimento con la moglie.Nel 1916 nacque il primo figlio e nel 1918 il secondo. Richiamato alle armi non si sa in quale data e in che reparto, alla fine del conflitto con la moglie e i figli rientrò a Collina,ma per mancanza di lavoro, su richiesta, tornò a Pedimonte con la famiglia e il fratello Giovanni Silvio, padre di Nelio Toch. Nel 1921 venne alla luce un altro figlio e l’anno dopo rientrarono tutti a Collina. Per poi trasferirsi, per lavoro con la famiglia, in Sud Tirolo, Merano appena diventato territorio Italiano. Era il 1923
Valentino Gaier muratore di Collina, emigrante in Sud Tirolo, processato il 29 luglio 1915 dal Tribunale di Guerra di Gemona è assolto, ma internato. Non si hanno altre notizie in merito.