Notiziario: I SACRARI MILITARI MENO NOTI: ROMA

I SACRARI MILITARI MENO NOTI: ROMA

SACRARIO MILITARE NEL CIMITERO MONUMENTALE DEL VERANO

Il Verano è il Cimitero Comunale e Monumentale della città di Roma situato nel quartiere Tiburtino-San Lorenzo.
Piazzale del Verano, 1                                                                                                                                                                       Orari: dal 1° ottobre al 31 marzo, dalle 7.30 alle 18.00
Dal 1° aprile al 30 settembre, dalle 7.30 alle 19.00
L'ingresso è consentito sino ad un'ora prima della chiusura
                                                                                                                                                                  
Nella zona Militare è ubicato anche il Riquadro delle Medaglie d’Oro. Vi sono sepolti militari della 1^ Guerra Mondiale decorati della Medaglia d’Oro.
GEN.BIGNAMI UGO Motivazione:
Comandante di un battaglione su di una posizione molto estesa e di vitale importanza, con singolare perizia e pur con scarsissimi mezzi seppe improvvisarne la difesa, e moltiplicando il valore delle proprie truppe col fascino del suo illuminato ed energico comando, per ben sette giorni consecutivi, superando straordinarie difficoltà di ogni specie, costituì il baluardo contro cui si infransero i ripetuti e sempre più violenti attacchi delle ognor crescenti forze nemiche. Gravemente minacciato su di un fianco dai progressi dell’avversario in un contiguo tratto della fronte, con le proprie già scarse forze, logorate ormai da sanguinose perdite, mantenne incrollabile la fede e la rinsaldò nei dipendenti, i quali, animati dal suo fulgido esempio, continuarono con indomito coraggio nell’impari ed accanita lotta. Vista infine la propria linea spezzata in tanti piccoli nuclei, accerchiati dai sopraggiunti rincalzi dell’attaccante, dopo un’ora di ansiosa e terribile, quanto vana, attesa di rinforzi, trovatosi circondato assieme ad un nucleo di superstiti, impugnò egli stesso un fucile, e, confermando ancora una volta l’insigne valore personale, già in altre circostanze dimostrato, abbattè successivamente un ufficiale e quattro soldati nemici, che lo premevano più da presso, tenacemente persistendo nell’epica lotta fin quando, per evitare che l’ira dell’assalitore continuasse a sfogarsi anche sui nostri feriti e moribondi, fu costretto a cedere alla inesorabile evidenza dell’inutilità di ogni ulteriore sacrificio.
Tresch - Cesuna - quota 1152 (Asiago), 28 maggio - 3 giugno 1916.CAPITANO CEM.M CORRIAS GIUSEPPE Con sublime spirito di sacrificio e sommo disprezzo di ogni pericolo, si offriva volontario per formare l’equipaggio di un motoscafo destinato a forzare il porto di Pola. Con ammirevole freddezza coadiuvava il suo comandante nel forzamento della base nemica, fulgido esempio di virtù militari e di devozione al dovere.
 Pola, notte sul 14 maggio 1918.
LUNELLI ITALO motivazione:
Esempio del più fulgido e cosciente ardimento, instancabile e sprezzante l’ogni pericolo, audace fino alla temerità, ponendo in non cale le gravissime conseguenze cui si esponeva come volontario trentino, prodigava l’opera sua indefessa d raggiungimento dell’ideale che lo aveva spinto ad arruolarsi nell’esercito italiano, a liberazione cioè della terra natia dal giogo straniero. Nelle epiche giornate per a conquista del Passo della Sentinella, riusciva ad occupare, scalando pareti di roccia e di ghiaccio, un impervio gruppo montano, compiendo un’impresa alpinisticamente memorabile e militarmente indispensabile per la conquista dell’importante località. Nel giorno dell’attacco, col suo plotone scalava per primo e riusciva ad occupare di sorpresa una posizione dominante il Passo e le linee di rifornimento del nemico, volgendone in fuga i rincalzi e concorrendo efficacemente alla definitiva conquista.
 Passo della Sentinella, 16 aprile 1916.
Medaglia d’Argento: Monte Fontanel 1917
SCINTU RAIMONDO motivazione:
Caporale ciclista di un battaglione, in un momento critico del combattimento, si offriva spontaneamente per recarsi da solo nella trincea nemica allo scopo di prendere prigionieri per illuminare sulla situazione il proprio comandante. Con mirabile ardimento, ne catturava cinque successivamente. Ritornava poi in compagnia di pochi coraggiosi nel trinceramento avversario e vi catturava altri quaranta nemici. Spingendosi quindi in una caverna dove erano ricoverati degli ufficiali, intimava loro la resa e, ferito gravemente al petto da due pallottole tirategli a bruciapelo da un ufficiale superiore, aveva la indomita forza di ucciderlo e di catturare un altro ufficiale. Sempre e dovunque luminosissimo esempio a tutti del più fulgido eroismo di soldato e delle più belle qualità della gente di Sardegna.
Altipiano della Bainsizza, 16 settembre 1917.
Medaglia d’Argento al V.M
TOMASSUCCI FULVIO motivazione:
Comandante di una compagnia, cui aveva saputo infondere il proprio ardimento, irrompeva dalle nostre trincee su quelle avversarie, conquistandole e facendovi numerosi prigionieri, avanzando ancora, alla testa della sua compagnia per oltre un chilometro. Incaricato di mantenere contatto col nemico, non gli dava tregua. Contrattaccato da questo, lo respingeva ed inseguiva, e, con gli altri reparti del battaglione, contribuiva a conquistare una nuova posizione più avanzata ed a farvi molti altri prigionieri. Il giorno dopo, benchè destinato di rincalzo, compresane la necessità, fu il primo ad uscire dalle nuove posizioni per slanciarsi con mirabile ardire contro l’avversario, che in grandi forze veniva ancora al contrattacco, e ne attraversava le disorganizzate file, dando modo al battaglione di circondare una colonna avversaria di oltre mille uomini con ufficiali superiori, e di farli pure prigionieri. Sorpreso alle spalle dal fuoco di una mitragliatrice nemica abilmente nascosta, la circondava con pochi uomini, catturandola insieme al suo personale. Incaricato di riconoscere una importante posizione coi suo reparto, si slanciava sui reticolati avversari, li attraversava ed occupava la trincea di cresta, vincendo l’ostinata resistenza dei difensori e mettendoli in fuga. Contrattaccato subito dopo da forze superiori, resisteva fino all’ultima cartuccia, e, ferito a morte, cadeva nelle mani dell’avversario.
Veliki - Hribach, Faiti Krib, 1 -3 novembre 1916
VITALI DARIO. otivazione:
Porta stendardo di un battaglione « Fiamme nere », in un fierissimo combattimento fece sventolare alto il tricolore alla testa della prima ondata, infiammando ed entusiasmando i soldati. Convinto dell’importanza morale del sacro segnacolo di vittoria, lo tenne spiegato nei punti più pericolosi e più minacciati, anche quando attorno a lui imperversava la distruzione e la morte. Ferito gravemente con la perdita di un occhio, rifiutò di lasciare il combattimento. Accerchiato con altri pochi compagni da forze superiori, con sublime slancio, si scagliò in violenta ed impari lotta, riuscendo col suo eroico ardimento, a fare abbassare le armi al reparto nemico, che gli aveva tagliata la ritirata. Solo a combattimento ultimato si sottopose alle cure mediche. Fulgido esempio di eroismo e di alte virtù militari.
Monte Asolone. Col della Berretta, 25 ottobre 1918
TOTI ENRICO motivazione:
Volontario, quantunque privo della gamba sinistra, dopo aver reso importanti servizi nei fatti d’arme dell’aprile a quota 70 (est di Selz), il 6 agosto, nel combattimento che condusse all’occupazione di quota 85 (est di Monfalcone). Lanciavasi arditamente sulla trincea nemica, continuando a combattere con ardore, quantunque già due volte ferito. Colpito a morte da un terzo proiettile, con esaltazione eroica lanciava al nemico la gruccia e spirava baciando il piumetto, con stoicismo degno di quell’anima altamente italiana.
Monfalcone,6 agosto 1916.