I Caduti di Castellana Grotte

Oggi Castellana Grotte conta quasi 20.000 abitanti: meta turistica per le celebri grotte di cui porta il nome, in pochi sanno che nel locale cimitero è ospitato un piccolo pezzo di storia italiana, sconosciuto ai più, ma denso di memoria e di significato. Undici piccoli loculi ospitano l’ultimo luogo di riposo di altrettanti militari italiani caduti prevalentemente sui fronti della Seconda Guerra Mondiale. Di fianco, una grande lapide ricorda oltre quaranta dispersi le cui spoglie mortali sono state disperse dal vortice della storia. Ma quello che risalta agli occhi di un visitatore un po’ più attento sono le piccole, grandi, storie di coraggio di quei militari i cui nomi sono incisi con lettere di bronzo. E queste storie sono raccontate da quelle Medaglie al Valor Militare che sono state conferite dal Regno d’Italia prima e poi dopo il secondo conflitto mondiale dalla neonata Repubblica Italiana, che cercava di risollevarsi dalle macerie della guerra. Ecco allora la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria di un giovane Caporalmaggiore di venticinque anni appena, Biagio Francavilla, caduto durante la conquista dell’Etiopia, inquadrato nel 16° Reggimento Fanteria: “Durante un contrattacco nemico, e nel momento in cui la minaccia era più sentita, con slancio fulmineo, sicuro che il fuoco dell’arma e l’ardimento del suo spirito contenessero il tentativo dell’avversario, si aggrappava alla mitragliatrice, azionandola fino a che cadeva colpito a morte. Costone Dansà, 15 febbraio 1936”. La battaglia dove cadde il giovane castellanese era quella dell’Amba Aradam, dove i soldati italiani, guidati dal Maresciallo Pietro Badoglio, ebbero la meglio sugli Etiopi di Ras Mulugeta, dopo aver fatto ricorso, tra le altre cose, a proiettili d’artiglieria caricati con gas tossici.

Artiglieria in GreciaNel piccolo monumento, spicca poi una seconda onorificenza, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare (anche se sul loculo è indicata come d’Argento) conferita alla Memoria del Sergente Giovanni Bianco, effettivo del 63° Reggimento Fanteria con la seguente motivazione: “Capo Squadra Fucilieri, muoveva all’attacco contro forti e munite posizioni avversarie. Fatto segno a nutrito e preciso fuoco di armi automatiche ed artiglieria, che causava notevoli perdite al suo reparto, riuniva i superstiti e li guidava nuovamente all’assalto, finché cadeva colpito a morte da raffica di mitragliatrice. Quota 757 di Scialesit, Fronte Greco, 9 marzo 1941”. Il Sergente Bianco apparteneva alla Brigata Cagliari, la stessa che, assieme alla Puglie e alla Pinerolo, durante la campagna in Grecia, fu al centro dell’offensiva. L’allora Capo di Stato Maggiore Generale Ugo Cavallero annotava nel suo diario: “Il nemico ivi dispone di forze presso a poco eguali a quelle dell’attacco. Poderoso è lo schieramento delle sue artiglierie; la difesa attiva e passiva è bene organizzata in profondità su posizioni dominanti, in ottime condizioni per contenere l’attacco e reagire con viva azione di fuoco e di contrattacco”. E poi ci sono i dispersi. Tra i primi Marco De Girolamo, Cannoniere della Regia Marina, imbarcato sul Cacciatorpediniere Alvise Da Mosto, scomparso in mare con la sua nave dopo apra lotta con le unità inglesi nel Mediterraneo. Alla sua memoria, la Croce di Guerra al Valor Militare: “Imbarcato su Cacciatorpediniere durante un combattimento contro forze navali nemiche soverchianti, disimpegnava con sereno coraggio e spirito di sacrificio il proprio compito e scompariva in mare nell’adempimento del dovere. Mar Mediterraneo, 1 dicembre 1941”.

Formazione di SM79 SparvieroDisperso in Grecia fu anche il Soldato Giovanni Manghisi, già Soldato del 7° Reggimento Camicie Nere: durante la Guerra di Spagna, nella battaglia di Javalambre, si distinse particolarmente per aver tratto in salvo numerosi suoi commilitoni, tra cui il suo Comandante, il Tenente Roberto Boselli, poi deceduto per le gravi ferite riportate nel combattimento. Giovanni Manghisi, per l’azione in Spagna, venne decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare: “Vista una vicina sezione cannoni fatta segno a violento fuoco, accorreva in soccorso dei caduti feriti e in successive volte trasportava al posto di medicazione quelli più gravi, tra cui l’ufficiale della sezione, morente. Sierra Javalambre, 22 settembre 1938”. Quell’Ufficiale morente era proprio il Tenente Boselli, originario di Bologna, che durante la battaglia dirigeva il fuoco della sua batteria di artiglieria, fino a quando non si abbatteva esanime al fianco dei suoi uomini. Giovanni Manghisi, invece, sopravvisse al conflitto in Spagna: quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale venne inviato sul fronte greco-albanese e, stando a quanto riportato nei resoconti del Ministero della Difesa risulta disperso a partire dal 15 novembre 1940. Infine, l’ultimo decorato ricordato nel monumento al Cimitero Comunale è Nicola Vitti, Aviere Scelto Fotografo, che risulta disperso in azione dal 22 febbraio 1941. Membro dell’equipaggio di velivoli da ricognizione, venne decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria: “Valoroso ed abile fotografo mitragliere a bordo di velivolo da bombardamento, partecipava a numerose azioni offensive dando ripetute prove di ardimento e capacità professionali. Cielo della Grecia, novembre 1940-febbraio 1941”. Queste sono le piccole storie raccontate nel Monumento dei Caduti di Castellana Grotte: storie di uomini semplici, catapultati loro malgrado nel grande mare agitato della Seconda Guerra Mondiale.