Notiziario: I 7 CM GEBIRGSGESCHUTZ M.99 "L'ORTLERGESCHUTZ" E I 9 CM FELDKANONE M.75/96, I CANNONI AUSTROUNGARICI DELL'ORTLES POSIZIONATI SULLA QUOTA PIù ALTA DELLA STORIA A 3900 METRI.

I 7 CM GEBIRGSGESCHUTZ M.99 "L'ORTLERGESCHUTZ" E I 9 CM FELDKANONE M.75/96, I CANNONI AUSTROUNGARICI DELL'ORTLES POSIZIONATI SULLA QUOTA PIù ALTA DELLA STORIA A 3900 METRI.

All'inizio della prima guerra mondiale, tutti gli eserciti europei e coloniali erano ancora in possesso di vecchi armamenti in bronzo o ghisa del periodo della seconda metà dell'Ottocento.
Seppur obsoleti come equipaggiamenti e tattiche militari, essi vennero ritenuti ancora efficaci per il primo conflitto mondiale che man mano andava avanti vide una progressiva sostituzione dei vecchi cannoni ottocenteschi con cannoni d'acciaio più moderni e precisi.
Durante la Guerra Bianca o Guerra di Montagna/Gebirgskrieg, combattuta tra le montagne alpine dagli eserciti italiani e austroungarici, l'uso di queste artiglierie campali di piccolo, medio o grosso calibro nel habitat montano crebbe considerevolmente. Questa guerra difficilissima per condizioni climatiche e logistiche portò a sforzi sovrumani e a imprese titaniche come quelle italiane per portare un vecchio cannone di ghisa da 6 tonnellate a 3300 metri in 2 mesi e mezzo tra la neve il vento glaciale grazie allo sforzo sovrumano di centinaia di soldati. Ciononostante la controporte austriaca non fu da meno, spingendosi a quote più elevate pur di avere vantaggio strategico contro l'ex alleato italiano.
Venne deciso dai comandi austriaci di portare sulla cima dell'Ortles in un primo momento due cannoni leggeri, i 7 cm Gebirgsgeschütz M. 99, cannoni di bronzo di poco più 300 kg ognuno, in grado di sparare proiettili da quasi 5 kg a meno di 5 km di distanza. Questa posizione strategica, la più elevata della guerra essendo sulla vetta dell'Ortles (3905 m), già occupata stabilmente dagli austriaci venne scelta per controllare ogni movimento della parte italiana arroccata sulla Thurwieser e sulla Trafoier Eiswand. Nella seconda metà del luglio 1916, con fatiche immani, gli austriaci fissarono sulla vetta dell'Ortles i due cannoni da 7 cm, dapprima dietro a una muraglia di neve e successivamente in una galleria scavata nel ghiaccio. Il trasporto fu effettuato smontando in tre parti ogni singolo cannone (canna, affusto e ruote) con slitte improvvisate, trainate mediante funi da squadre formate da 50 uomini scelti (prigionieri russi tra l'altro). Una bocca da fuoco era puntata contro il Gran Zebrù e il Passo dell'Ortles, l'altra contro la Thurwieser, la Trafoier e l'Eiskögel. Essendo modelli antiquati e insufficienti a impedire un eventuale attacco italiano, con l'intensificarsi del conflitto gli austriaci non ritennero più sufficienti i pezzi da 7 cm. Vennero quindi prelevati dagli arsenali di Trento due 9 cm Feldkanone M. 75/96, da 1,1 tonnellate ognuno, in grado di sparare proiettili da quasi 7-8 kg a 6 km di distanza. Vennero smontanti a pezzi anch'essi, vennero portati con il treno da Trento fino in Val Venosta, e da lì seguirono un lungo e tortuoso percorso. L'impresa costò gran fatica già nel tratto Gomagoi-Solda-Rifugio Payer a 3000 metri. Furono impiegati come già citato in precedenza prigionieri russi e guide alpine di Merano. Questa fu probabilmente una della imprese più grandiose nella storia delle forze austroungariche impegnate sul fronte alpino. Nel 1917 vi erano 4 cannoni sull'Ortles, due cannoni da 9 cm, e i due da 7 cm precedenti. Alla fine del 1917 esisteva una vera e propria piccola fortezza nel ghiaccio sulla sommità dell'Ortles, con caverne di artiglieria e mitragliatrici, lanciagranate, collegamenti telefonici e di funivia e anche un laboratorio fotografico dove poter studiare le fotografie fatte dai ricognitori.
Nella primavera del 1918 in poi ci fu un massiccio aggiornamento, nuovi cannoni da montagna furono installati ovunque sul fronte austriaco ormai al collasso e si presume vennero installati sull'Ortles anche i moderni obici da montagna Skoda da 10 cm M.16 e 7,5 cm M.15, sebbene non vi siano foto o documenti accertati che siano stati portati fino le vette dell'Ortles a 3900 metri, vennero trovati a quasi 3000 metri degli esemplari distrutti non si sa per cause di guerra o per scivolamento durante le operazioni di trasporto.