Avrebbe potuto essere dispensato dal prestare servizio militare dopo la dichiarazione di guerra del 24 maggio 1915, dal momento che in dicembre avrebbe compiuto i sessant’anni di età: eppure Giulio Blum, classe 1855, sentì nel più profondo del suo cuore di doversi presentare al Distretto Militare della sua città, Reggio Emilia. E sicuramente destò qualche perplessità nell’addetto al reclutamento, che si vide comparire dinnanzi questo signore, che già aveva adempiuto agli obblighi di leva da giovane servendo il Regio Esercito con il grado di Caporale. E con lo stesso grado sarebbe stato nuovamente arruolato e destinato inizialmente al 13° Reggimento Artiglieria da Campagna. I suoi superiori, in realtà, gli proposero, proprio in virtù dell’età avanzata, incarichi di seconda linea, lontano dalla trincee più avanzate e al riparo da eventuali attacchi nemici. Ma Giulio Blum non se volle sapere: si fece trasferire nel 37° Reggimento Artiglieria, chiedendo di far parte delle batterie più avanzate, svolgendo incarichi negli osservatori di tiro e compiendo ricognizioni fin sotto le linee nemiche, dimostrando grande coraggio e ardimento, infondendo stima e ammirazione nei soldati molto più giovani di lui. In ottobre, durante un bombardamento dell’artiglieria nemica, venne ferito da schegge di granate ad un braccio e, sebbene invitato a recarsi al posto di medicazione, rimase in linea con il suo pezzo, rispondendo al fuoco fino a quando non fu certo che l’azione nemica si fosse interrotta.
Per il comportamento tenuto, Giulio Blum fu decorato di una Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Volontario di guerra in avanzata età, disimpiegando le attribuzioni del proprio grado con giovanile ardore, dava esempio di bella fermezza sotto il fuoco aggiustato dell’artiglieria avversaria. Ferito ad un braccio, rimaneva al proprio posto, allontanandosene solo ad azione finita. Al posto di medicazione, soggetto ancora al tiro nemico, conservava una ammirevole calma, sebbene la casa che ricoverava fosse in parte abbattuta e vi perdesse la vita l’ufficiale medico. Monte Fortin, 20 ottobre 1915”. A questa onorificenza seguì la promozione a Sergente. La storia di Giulio Blum proseguì fino ai combattimenti per la conquista dell’Hermada nel 1917. Durante il secondo anno di guerra, venne promosso prima Sottotenente e poi al grado di Tenente, per gli eccezionali meriti di guerra conseguiti in battaglia: nel luglio 1916 venne trasferito nel 32° Reggimento Artiglieria da Campagna, con cui raggiunse le pendici del Monte Hermada, teatro di furiose battaglie che videro impegnati i Fanti italiani a più riprese contro le linee austriache. Anche in questo caso, nonostante gli fosse stato proposto un incarico meno esposto al rischio, lo rifiutò, chiedendo invece di partecipare attivamente ai combattimenti, aggregandosi ai reggimenti della Brigata Salerno. Rivolse queste parole a Ottavio Zoppi, Generale di Brigata che comandava la Salerno, affinché gli concedesse l’onore di partecipare all’assalto: “E’ forse questo l’ultimo combattimento della Brigata Salerno in questo periodo. Non mi faccia perdere questa ultima occasione che mi si presenta per andare alla baionetta con i suoi soldati”.