Notiziario: Giovanni Messe, l’ultimo maresciallo d’Italia

Giovanni Messe, l’ultimo maresciallo d’Italia

Forse l' unico italiano che nella Seconda guerra mondiale seppe tenere testa a Rommel e Montgomery. Ma non tutti lo ricordano. Giovanni Messe, pugliese di Mesagne (Br), nacque il 10 dicembre 1883. Ancora giovanissimo a 18 anni si arruolò come allievo sergente di fanteria. Parte dalla gavetta perché ha solo la quinta elementare.

Nel 1903, inquadrato in un reparto misto, partì per la Cina dove le legazioni occidentali stavano fronteggiando la rivolta nazionalista dei “Boxer”. Vi rimarrà circa due anni.Nel 1910 dopo aver frequentato il Corso Speciale per Sottufficiali Allievi a Modena venne promosso, primo tra 300 candidati, Sottotenente nell'Arma di Fanteria.

Durante la Prima guerra mondiale per fronteggiare gli austriaci dopo la battaglia di Caporetto vennero istituiti speciali reparti d' assalto formati da soldati decisi e spericolati: gli Arditi. Giovanni Messe prese il comando del IX Arditi. A metà giugno del 1918 riconquistò i colli della linea del Grappa, poi l' assalto al Col Moschin che va inquadrata nella battaglia del Solstizio, o seconda battaglia del Piave, una delle pagine più eroiche della Grande Guerra.

Alla fine del conflitto un pluridecorato Giovanni Messe, più volte ferito, fu, promosso tenente colonnello per meriti di guerra ed assegnato al Quirinale come aiutante di campo effettivo del re. Nel 1936 Mussolini lo mandò in Etiopia con il grado di generale di brigata. Al suo rientro lo aspettava l' Albania dove occupò Tirana, poi venne destinato in Grecia.

Il 14 luglio 1941 fu nominato Comandante del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR) ex C.A. Celere, ed il giorno dopo partì con tutto il contingente per il fronte orientale in Russia. Partecipò alle operazioni del 1941-1942 in Ucraina combattendo vittoriosamente dal fiume Dnieper al Don e guadagnando la Croce di Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia e due decorazioni al Valore tedesche. Ma il comando tedesco, dal quale dipendevano, pretendeva un maggiore sforzo.

Fu allora che Messe si oppose decisamente e tenne testa ai generali nazisti spiegando loro che i mezzi a disposizione degli italiani erano limitati e che nonostante tutto i suoi uomini stavano già facendo il massimo. Inoltre protestò con gli alleati per la mancanza di adeguati approvvigionamenti come era previsto negli accordi. L' inverno fu spaventoso con le temperature scese fino a meno 47°. Messe tentò di correre ai ripari facendo acquistare in Romania e Ungheria del vestiario invernale; nonostante ciò si registrarono tra i suoi uomini ciirca 3mila casi di congelamento.

Ma, nonostante le difficoltà, a Roma Mussolini nell' estate del ' 42 creò l' Armir ( Armata italiana in Russia), composta da 7 mila ufficiali e 220 mila soldati. Al comando venne designato il generale Italo Gariboldi che entrò presto in contrasto con Giovanni Messe che era molto critico sulla carenza di carri armati e automezzi idonei per una guerra sul suolo russo.

Chiese quindi di essere sostituito.Il 1° novembre 1942 tornò in Italia con la promozione a Generale d'Armata per meriti di guerra. In quello stesso periodo, le truppe dell' Asse pativano la disfatta anche sul fronte africano dove affluivano ingenti forze americane e inglesi. Mussolini tentò la carta Messe a cui affidò il compito di inchiodare gli angloamericani in Tunisia per impedire un loro il salto verso l' Europa.

In soli 20 giorni Messe rianimò reparti che erano alla deriva e riaccese in loro una luce di orgoglio. Ma anche qui emersero attriti con i tedeschi. Ebbe uno scontro con Rommel, che il 9 marzo 1943 lasciò l' Africa per sempre. La «volpe del deserto» non c' era quando Messe guidò la battaglia del Mareth e impedì agli alleati di sfondare. In seguito Montgomery gli rese omaggio.
Ma in quel momento, per quanto fosse efficace la strategia di Messe, tutto era contro di lui. Montgomery disponeva di 500 carri armati, a lui ne erano rimasti appena 16.

I tedeschi dell' Afrika Korps stavano peggio: potevano contare solo su 2 carri. La fine si avvicinava inesorabile. L' 8 maggio 1943 gli alleati conquistarono Tunisi. Il 12 maggio il Duce trasmise a Messe l' ordine di arrendersi: «Siete nominato Maresciallo d' Italia, onore a voi e ai vostri prodi». Fu l' ultimo a fregiarsi di quel titolo istituito da Mussolini. Prigioniero, Messe fu trasferito in Inghilterra, in un luogo vicino a Oxford. Ci rimase poco più di 5 mesi.

Dopo la caduta del fascismo e il passaggio dell' Italia con gli alleati, il 7 novembre fu trasferito a Brindisi. Il re lo fece nominare capo di stato maggiore generale. Nel tentativo di riordinare le forze armate si scontrò con alti ufficiali che cercavano di riciclarsi e con gli alleati che non si fidavano di un esercito italiano ricostituito. Facevano difficoltà anche i politici che si affacciavano alla ribalta, guardavano le forze armate con sospetto. Giovanni Messe lasciò la divisa il 4 aprile 1947. Nel 1953 fu eletto senatore. Morì nel dicembre 1968 a 85 anni.

Articolo di: Filippa Marinetti