Il 27 Settembre 1943 cominciavano le quattro giornate di Napoli.
Quattro giorni di aspri combattimenti che si conclusero con la cacciata dei nazisti e la liberazione dal capoluogo partenopeo, che divenne così la prima importante città europea ad essere insorta con successo contro le truppe germaniche.
Uno dei protagonisti delle quattro giornate fu senza dubbio Gennaro Capuozzo, all’epoca dei fatti appena dodicenne. Orfano di padre lavorava come apprendista per mantenere la famiglia.
Al pari di molti altri napoletani dopo le violenze che caratterizzarono la breve ma feroce occupazione della città, decise di aderire all’insurrezione cominciata dopo il tentativo dei soldati tedeschi di deportare migliaia di napoletani nei campi di lavoro oltreconfine.Gennaro insieme ad alcuni compagni fu protagonista di una delle azioni più audaci di quei giorni, l’assalto ad un convoglio tedesco scortato da un blindato e la cattura di diversi soldati nemici.
Il 29 settembre il ragazzo armato di bombe a mano e mitraglia combatté nella battaglia di Santa Teresa degli Scalzi, e proprio mentre lanciava una granata sui tedeschi fu dilaniato dall’esplosione di una bomba tirata dal nemico.
Morì sul colpo, diventando il più giovane caduto in combattimento durante le quattro giornate.
Il giorno seguente il colonnello Schöll abbandonò la città dopo aver negoziato la ritirata con i capi dell’insurrezione che in cambio della liberazione degli ostaggi lasciarono passare le colonne tedesche.
Napoli era libera.
Grazie a Cannibali e Re
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