Frecce, saette, folgori e veltri. Storia critica dei Caccia italiani della seconda guerra mondiale
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La pubblicistica sugli aeroplani della seconda guerra mondiale è abbondantissima e copre tutti gli aspetti di interesse storiografico: dalla descrizione dei velivoli all'attività operativa, alle varie livree di mimetizzazione, per arrivare anche alla storia di singoli velivoli. Si tratta in molti casi di opere eccellenti, ben documentate e frutto di ricerche approfondite, ma, salvo poche eccezioni, esse soffrono del fatto che i loro autori, appassionati storici e ricercatori, non sempre si sono dimostrati tecnicamente preparati, cadendo vittima di errate interpretazioni, di valutazioni non corrette o di resoconti da fonti non affidabili. Sono nati così numerosi casi di miti senza fondamento, di resoconti esageratamente agiografici, di descrizioni tecniche superficiali e di episodi più o meno gonfiati, che sono nel tempo diventati realtà incancellabili e fonte di valutazioni errate ormai irrimediabilmente radicate. Ci si è quindi proposto l’obiettivo di valutare, con approfondimento tecnicamente corretto e con ricerche storiche di prima mano, l’effettiva situazione della Regia Aeronautica, analizzando in dettaglio la genesi di ogni progetto, i requisiti militari che lo ispirarono, le sue effettive qualità ed i suoi difetti, per arrivare ad un confronto qualitativo e quantitativo il più possibile completo ed esauriente con quanto succedeva negli altri Paesi. Questo ha consentito di sfatare molte leggende e di spiegare le ragioni di molte delusioni e manchevolezze, evidenziando anche però alcuni punti di merito spesso oggi ignorati. Si è anche tenuto conto del fatto che il conflitto mondiale fu in realtà un conflitto fra titani, al confronto dei quali il nostro Paese aveva proporzioni minuscole, e si è cercato di visualizzare in un’appendice le effettive dimensioni dei Paesi in lizza, evidenziando la posizione assolutamente minoritaria dell’Italia nel contesto mondiale dell’epoca.