FIGURE DI COMBATTENTI: LUIGI RIZZO

(Milazzo ITA 08/10/1887 - Roma ITA 27/06/1951)
(2 Medaglie d'Oro e 4 d'Argento al Valor Militare)
(2 Croci di Guerra al Valor Militare)
(Croix de Guerre Française 1914-1918 avec Palme de Bronze)
(Croix de Guerre Belge 1914-1918)

Nato in una famiglia dove nonno, padre e fratello sono marinai, Luigi Rizzo percorre entusiasta la stessa strada e già ad otto anni è imbarcato su una nave col padre.

Inizialmente chiamato in armi come istruttore a Venezia, all'entrata dell'Italia nella Grande Guerra chiede di diventare operativo e viene spedito, col grado di Sottotenente di Vascello, a controllare le acque dell'appena conquistata isola di Grado.

Decorato di una prima Medaglia d'Argento nel corso del 1916, nel gennaio del 1917 viene nominato comandante di una Squadriglia dei neonati "MAS" (Motoscafo Armato Silurante) e spedito a controllare le acque del Golfo di Trieste.

Messosi nuovamente in luce a fine 1917 per l'affondamento della corazzata austroungarica "Wien" e per le azioni di difesa delle foci del Piave, che gli valgono una Medaglia d'Oro, una d'Argento, e la promozione a Tenente di Vascello, nel febbraio 1918 partecipa insieme a Gabriele D'Annunzio ed a Costanzo Ciano alla cosiddetta "Beffa di Buccari" che, oltre a valergli una Medaglia di Bronzo, ha il pregio di risollevare il morale delle Forze Armate Italiane dopo la Disfatta di Caporetto.

Trasferito ad Ancona con il compito di organizzare una squadriglia di MAS che controllino le isole della Dalmazia, verso le ore 03.15 del 10 giugno Rizzo, ormai soprannominato "l'affondatore", al comando del suo MAS 15 si imbatte, al largo dell'isola di Premuda, in due corazzate austro-ungariche scortate da 10 cacciatorpedinieri ciascuna.

Approfittando dell'oscurità e della piccola taglia del suo motoscafo, Rizzo, assieme al MAS 21 comandato dal Guardiamarina Giuseppe Aonzo, si infiltra tra i cacciatorpedinieri austroungarici e, arrivato a poche centinaia di metri dalla corazzata "Szent István" (Santo Stefano), lancia i due siluri di cui dispone centrando in pieno la nave che cola a picco nel giro di qualche ora.

Sfuggiti ai cacciatorpedinieri austroungarici grazie alla bombe antisommergibile di cui dispongono a bordo, alle ore 07.00 i due MAS sono già al riparo nel porto di Ancona.

L'impresa è così eclatante che, a causa del contraccolpo psicologico, la marina austroungarica non effettuerà più nessuna azione militare fino alla fine della Grande Guerra e la data del 10 di giugno verrà usata come giorno della festa della Marina Militare Italiana.

© Giacomo Dal Negro