"Le persone muoiono veramente quando se ne perde il ricordo" In questa frase sta tutto il significato della mattinata speciale che si è svolta in occasione delle celebrazioni del 25 aprile presso il monumento di Roncolevà che ricorda i caduti delle due guerre mondiali. La locale Sezione Combattenti e Reduci in collaborazione con il Gruppo Alpini di Roncolevà, ha voluto rendere solenne la giornata di ricordo della liberazione del 25 Aprile. Si è ricordata la fine della seconda guerra mondiale, presente anche uno dei due combattenti di quel tremendo conflitto: Luigino Lippa. Ma nell'occasione si è voluto dare anche conclusione alle manifestazioni a ricordo del centenario della grande guerra 1915-'18, che ha visto molto attiva la Sezione del comune di Trevenzuolo. Per il centenario le Associazioni d'Arma della Regione Friuli Venezia Giulia, territorio dove si sono svolte le battaglie più cruente, hanno voluto coniare delle medaglie riportando il nome dei Caduti nella Grande Guerra. Con una certosina pazienza, indagando negli archivi comunali, parrocchiali e all'Archivio di Stato nei registri matricolari, Stefano Benedetti e Marco Zaramella sono riusciti a risalire ai dati dei giovani eroi morti in combattimento o negli ospedali da campo. Trovate le notizie precise sul soldato, altro compito è stato quello di rintracciare i parenti e discendenti del Caduto. Per alcuni non siamo riusciti a risalire ai parenti, dice Stefano Benedetti, Presidente delegato della Sezione, o perchè si sono trasferiti, o in alcuni casi il soldato morendo in giovane età non aveva figli e la generazione lì è terminata. Abbiamo comunque fatto coniare le medaglie, rimarranno di ricordo nella nostra sede o con il tempo forse si potrà rintracciare qualche lontano parente. La medaglia riporta sul davanti il logo del centenario, un alpino che con il suo fucile e zaino cammina sulle nostre montagne, una linea continua sempre incisa sul davanti ricorda le trincee dove si è svolta la vita quotidiana dei nostri Caduti. Sul retro si vedono una donna che sostiene un militare ferito a morte. C'è chi interpreta la donna come la mamma, chi la Madonna. In entrambi i casi è un gesto di affetto e amore per chi ha sofferto tanto.
