" Il sangue degli Innocenti" di Gino Banterla
Questa pubblicazione, che è stata fortemente voluta dall'Associazione Combattenti e Reduci di Rivoli Veronese, vuole essere il naturale compimento del Centenario della Grande Guerra. L'Associazione che mi onoro di presiedere è stata nel 2015 al sacrario di Redipuglia, poi nel 2016 sulle montagne del Pasubio, quindi sui luoghi della guerra bianca, ed infine, nel corso del 2018, come naturale compimento di un percorso a Villa Giusti in Padova, dove il 3 Novembre 1918 si sancì la vittoria italiana. E' stato questo un nostro capillare e non facile lavoro di ricerca per ricostruire le singole vicende dei combattenti di Rivoli Veronese che tra il 1915 e il 1918 si trovarono chiamati in luoghi di battaglia. Lo scopo è stato quello di non far entrare nell'oblio tali fatti, fermando la memoria sui nostri giovani che allora indossarono la divisa grigioverde nell'inutile strage come ebbe a dire Papa Benedetto XV. Il libro si sofferma anche sul fatto umano che la grande guerra porta con sé, e cioè nel voler vedere la storia del '15-'18 anche dal lato di chi, donne bambini e anziani, passò quei terribili anni a casa ad apettare quanti erano partiti per il fronte tra fame, malattie e tra i tormenti del distacco dai propri cari. Credetemi, io che la guerra l'ho conosciuta realmente nel periodo del mio servizio in Kossovo quale militare professionista, posso accertare come questa sia orrenda e renda l'uomo simile alla bestia. Non c'è una guerra giusta e nemmeno una guerra grande, come qualcuno ci ha voluto far credere, ma solo tanto dolore. In ogni caso voglio ancora credere che i personaggi principali non siano i generali, le battaglie vinte o perse, la diplomazia ed i governanti, ma le persone semplici, uomini e donne che si sono sacrificati ognuno con il proprio ruolo in quel dramma che ha coinvolto sia i territori di guerra che le città e le popolazioni civili. Voglio chiudere questa mia considerazione ancora una volta in piedi, sull'attenti, mano al cappello: "ONORE AI GIOVANI DI RIVOLI CHE DIEDERO LA LORO VITA PER LA NAZIONE NEL COMPIMENTO DEL PROPRIO DOVERE"
Questa pubblicazione, che è stata fortemente voluta dall'Associazione Combattenti e Reduci di Rivoli Veronese, vuole essere il naturale compimento del Centenario della Grande Guerra. L'Associazione che mi onoro di presiedere è stata nel 2015 al sacrario di Redipuglia, poi nel 2016 sulle montagne del Pasubio, quindi sui luoghi della guerra bianca, ed infine, nel corso del 2018, come naturale compimento di un percorso a Villa Giusti in Padova, dove il 3 Novembre 1918 si sancì la vittoria italiana. E' stato questo un nostro capillare e non facile lavoro di ricerca per ricostruire le singole vicende dei combattenti di Rivoli Veronese che tra il 1915 e il 1918 si trovarono chiamati in luoghi di battaglia. Lo scopo è stato quello di non far entrare nell'oblio tali fatti, fermando la memoria sui nostri giovani che allora indossarono la divisa grigioverde nell'inutile strage come ebbe a dire Papa Benedetto XV. Il libro si sofferma anche sul fatto umano che la grande guerra porta con sé, e cioè nel voler vedere la storia del '15-'18 anche dal lato di chi, donne bambini e anziani, passò quei terribili anni a casa ad apettare quanti erano partiti per il fronte tra fame, malattie e tra i tormenti del distacco dai propri cari. Credetemi, io che la guerra l'ho conosciuta realmente nel periodo del mio servizio in Kossovo quale militare professionista, posso accertare come questa sia orrenda e renda l'uomo simile alla bestia. Non c'è una guerra giusta e nemmeno una guerra grande, come qualcuno ci ha voluto far credere, ma solo tanto dolore. In ogni caso voglio ancora credere che i personaggi principali non siano i generali, le battaglie vinte o perse, la diplomazia ed i governanti, ma le persone semplici, uomini e donne che si sono sacrificati ognuno con il proprio ruolo in quel dramma che ha coinvolto sia i territori di guerra che le città e le popolazioni civili. Voglio chiudere questa mia considerazione ancora una volta in piedi, sull'attenti, mano al cappello: "ONORE AI GIOVANI DI RIVOLI CHE DIEDERO LA LORO VITA PER LA NAZIONE NEL COMPIMENTO DEL PROPRIO DOVERE"