Carissimi tutti di ANCR di Verona e di tutta l‘Italia, voi con i vostri parenti e amici. Ci sono voci che non è ancora finita con il coronavirus. Non spaventiamoci. Potremmo iniziare con una parola che viene dall’Estremo Oriente: NANKURUNAISA che vuol dire: con il tempo tutto si sistema, ma letto in una versione dell’1800 si può completare così: il tempo è galantuomo e il Signore è un buon papà.
Il 26 aprile 1852 avvenne l’esplosione della polveriera in Torino: don Bosco è corso per portare aiuto evitando il pericolo di venir schiacciato da un sacco pieno di avena caduto da un carro; ma l’unico aiuto portato è stato quello di servirsi della sua berretta da sacerdote per portar acqua e bagnare le coperte che coprivano altre polveri da sparo. Ma molto più si è verificato negli anni 1854 – 1886, anni che colpirono Torino, l’Italia, la Francia, la Spagna con il colera: Pericolo per tanti. Ma don Bosco ha reagito stando vicino ai suoi ragazzi e incoraggiandoli ad andare a soccorrere malati, con la grande precauzione di difesa: “Vivere in grazia di Dio, portare al cuore la medaglia di Maria Ausiliatrice e ripetere la preghiera giaculatoria: Prega per noi”. Meraviglia: nessuno in pericolo. Conferma sul giornale “Armonia, n° 112” del 17 settembre 1854; poi da Firenze il 7 gennaio 1866, dalla Francia il 20 febbraio 1868, dalla Spagna nel 1867 e fino al 1884. Perché? Il Signore l’aveva predetto; a chi è con me, non manca nulla; abbiate fiducia.
Lo ripeto anche oggi: stiamo col Signore che dà e conserva la vita. Quanti soldati in guerra sono stati salvati, seguendo la proposta di don Bosco.
Vale anche oggi: è una vera benedizione: poche parole ma collaborazione, il Signore non abbandona mai. Lo ripeto a tutti i combattenti, agli iscritti all’ANCR, ai loro parenti e amici. Sarà per tanti una meraviglia, perché il Signore è fedele e non abbandona mai. Vi benedico tutti.
Don Roberto dall’ANCR Federazione di Verona.