Notiziario: FEDERAZIONE DI VERCELLI: GIORNATA DELL'UNITA' NAZIONALE, DELL'INNO E DELLA BANDIERA

FEDERAZIONE DI VERCELLI: GIORNATA DELL'UNITA' NAZIONALE, DELL'INNO E DELLA BANDIERA

A Vercelli la mattinata, iniziata con la cerimonia dell’alza bandiera in piazza Cesare Battisti, è proseguita al Teatro Civico dove hanno portato i loro saluti il Sindaco Maura Forte e l’Assessore Gian Mario Morello.
Il Prefetto Maria Rosa Trio rivolgendosi agli studenti presenti, ha detto: “Vedrete, sarà un modo diverso per imparare la storia”. Diverso ma decisamente educativo e coinvolgente: con il brio, la simpatia, la mimica, numerose foto divertenti e soprattutto la musica, il prof. D’Andrea ha letteralmente “stregato” la platea per oltre un’ora, raccontando agli attentissimi giovani ed adulti la nascita ed il significato dell’inno d’Italia. “inizialmente veniva suonato in maniera più fluida, in seguito è diventato più “ingessato” perché la nostra è l’unica bandiera che “marcia” sulle note dell’inno nazionale”. Questo genere di partiture, ha spiegato lo studioso, non va giudicato come se fosse un’opera d’arte, ma come un mezzo il cui scopo è aggregare una comunità. Ed ecco la storia della Bella Gigugin (la Lombardia) che attende alla finestra Vittorio Emanuele (anche re di Cipro, perciò “incipriada”) e non vuol “mangiar polenta”: infatti la polenta può essere bianca in Veneto (come le divise degli Austriaci) e gialla dalle nostre parti (colore della bandiera degli occupanti dell’epoca). Infine il racconto della morte, a soli 21 anni, di Goffredo Mameli e della teatralità dell’esecuzione del suo inno: “la prima strofa dell’Inno di Mameli si ripete due volte, una forte e l’altra dapprima quasi mormorando, poi in crescendo -ha spiegato D’Andrea- perché Michele Novero, che ne scrisse la musica, la immaginò come una sorta di dialogo teatrale tra il condottiero che invita all’azione e il popolo che, all’inizio quasi titubante, accetta l’invito a combattere fino al “siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, si!” finale”. E proprio con il canto dell’Inno degli Italiani -con tanto di bis- eseguito dalla platea tutti in piedi, seguendo i dettami “originali” degli autori, si è conclusa la manifestazione. Una manifestazione insolita, sviluppata attraverso la messa in scena di un testo teatrale, ma decisamente apprezzata sottolineata da un calorosissimo applauso.