FEDERAZIONE DI TORINO, SEZIONE DI CONDOVE-BORGONE: GIORNO DEL RICORDO

Domenica 13 gennaio si è svolta a Condove, per la prima volta in forma ufficiale, la Giornata del Ricordo (XVIII anniversario).
La manifestazione, con il patrocinio del Comune di Condove, è stata organizzata dalla sezione intercomunale Condove-Borgone dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (A.N.C.R.). All’iniziativa ha partecipato anche la sezione A.N.C.R. di Pinerolo con la bandiera, il segretario Armando Colella con l’Alfiere.
Presenti le principali associazioni d’Arma segusine, durante la S. Messa mons. Parroco ha ricordato il sacrificio del beato don Francesco Giovanni Bonifacio, verosimilmente gettato in una foiba a 33 anni solo perché svolgeva le suo funzioni di ministro di Cristo.
Alla manifestazione ufficiale, dopo la deposizione di un mazzo di rose al monumento dei caduti e “l’onore alle Vittime delle Foibe” ha preso la parola il presidente sezionale A.N.C.R. Emiliano Leccese. Nel suo intervento si è soffermato sulle motivazioni che hanno portato alla nascita, nel 2004, di questo Giorno del Ricordo. In particolare, ha ripreso i tre elementi che hanno composto questa tragedia che è costata migliaia di vittime italiane e oltre 300 mila profughi: le foibe, l’esodo e lo smistamento nei Centri di Raccolta Profughi. Ha poi ricordato le parole del presidente Ciampi: “L'Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro. La responsabilità che avvertiamo nei confronti delle giovani generazioni ci impone di tramandare loro la consapevolezza di avvenimenti che costituiscono parte integrante della storia della nostra Patria.”
L’orazione ufficiale è stata affidata la Sindaco di Condove, nonché Vicesindaco della Citta Metropolitana Jacopo Suppo. Dopo la ricostruzione storica degli avvenimenti di quegli anni l’intervento si è concluso con queste significative affermazioni: “Se c’è una cosa che possiamo imparare da questa vicenda è proprio la necessità di valorizzare le differenze che compongono un popolo e che animano una nazione. Una necessità che diventa imperativo in un mondo sempre più connesso e dove milioni di persone rivendicano il diritto di costruirsi il loro futuro di pace e benessere dove le condizioni sono migliori, anche se lontani da quella che chiamano casa. In questi ultimi due anni abbiamo potuto toccare con mano l’importanza di uno Stato solido e presente, e parallelamente abbiamo apprezzato la grandezza dei valori che ci tengono insieme come comunità aperta e solidale. La tragedia di quei luoghi sia da monito per chi pensa di costruire una civiltà basata sulla discriminazione e sull’esclusione. Sconfitti dalla Storia, costoro appartengono al passato. Il futuro invece è di chi saprà costruire un mondo più libero, più equo e più giusto.”

Emiliano Leccese