È stato ricordato a Salerno, in piazza Vittorio Veneto, il 72° Anniversario della Liberazione.
La cerimonia è iniziata alle 8.45 con la celebrazione eucaristica officiata dal Cappellano Militare della Guardia di Finanza, don Roberto Tortora.
Al termine della santa Messa sono seguiti gli onori ai Caduti e le deposizioni di corone d’alloro al Monumento ai Caduti, al Monumento ai Marinai e alla Lapide al Partigiano Tenente Ugo Stanzione, con gli interventi di S.E. il Prefetto di Salerno Salvatore Malfi, il quale ha detto nella sua prolusione che “la Festa della Liberazione Nazionale ha un significato non solo storico, di liberazione dal Fascismo e Nazismo, ma anche dalla violenza e dalle persecuzioni. Il sacrificio di giovani vite ha rappresentato un simbolo per le generazioni presenti e future, un monito per rendere più saldo il concetto di democrazia durante il suo cammino di crescita. Queste sono alcune delle parole del prefetto di Salerno, ma non sono mancati riferimenti all’attualità, come i recenti attentati e le iniziative scellerate attuate in politica estera che necessiterebbero di un’altra operazione di liberazione.
Altri riferimenti ad una società italiana che deve poter progettare un futuro senza dimenticare chi ha versato il proprio sangue per donarlo alla patria, per garantire una democrazia fatta di partecipazione, una dignità data dalla consapevolezza e dall’orgoglio di un paese che trova identificazione in simboli della propria storia”.
Si sono susseguiti gli intervenuti del rappresentante del Comune di Salerno, dell’Amministrazione provinciale di Salerno, del rappresentante delle Organizzazioni Sindacali e di un rappresentante delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Alla manifestazione ha partecipato, in rappresentanza della nostra Federazione il Presidente, Prof. Antonio Landi ed il Consigliere provinciale Ins. Anna Francese.
Successivamente è seguito il corteo fino a Palazzo Sant’Agostino, sede della Provincia, dove è stata deposta una corona d’alloro ai piedi della lapide che ricorda le Medaglie d’Oro della Resistenza. La cerimonia si è conclusa con il concerto del Corpo Bandistico “Lorenzo Rinaldi” di Giffoni Valle Piana.
La data del 25 Aprile rappresenta ancora oggi il simbolo della Resistenza perché comprendiamo la testimonianza della grande partecipazione popolare contro il fascismo e l’occupazione nazista, iniziata fin dal settembre 1943 con la lotta di liberazione e durata oltre 18 mesi.
È vero che la città di Salerno e la sua provincia hanno avuto pochi ma significativi episodi iniziali di partecipazione a questa lotta ma, come ha efficacemente scritto Ubaldo Baldi in un suo recente volume dal titolo “Salerno ribelle”, è veramente elevato il numero di salernitani che ha partecipato alla Resistenza in varie regioni dell’Italia centro-settentrionale e sono moltissimi quelli che hanno eroicamente sacrificato la loro vita in nome della libertà.
Ancora oggi, di tanto in tanto, vengono alla luce nomi di cittadini della nostra provincia, spesso militari, che, rifiutando di aderire alla repubblica di Salò, preferirono condividere la lotta partigiana sulle montagne e il loro generoso impegno risulta ricordato in alcune lapidi, per molti anni del tutto sconosciute.
«È importante preservare – ha spiegato il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli nel suo messaggio alla città - il valore di quel particolare periodo storico e ricordare il sacrifico di quanti – partigiani e non solo – si sono battuti per liberare l’Italia dal giogo fascista e da una guerra tremenda. Quel momento – di cui deve rimanere traccia viva in ognuno di noi - ha permesso alla nostra Italia di diventare quella che è oggi, democratica, libera e unita».
A Salerno, nell’Aprile del 1945, già da tempo era in atto una confortante ripresa del dialogo tra le forze politiche dopo le incomprensioni seguite alla formazione del III° governo Bonomi, al quale rifiutarono di partecipare sia i socialisti che il Partito d’Azione.
Tutti i partiti antifascisti collaboravano con impegno nella “giunta esarchica” guidata dal sindaco Silvio Baratta.
Tra gli atti più significativi posti in essere in quel periodo da quell’amministrazione fu certamente la manifestazione per ricordare la luminosa figura di Giovanni Amendola, svoltasi il 28 gennaio 1945 con lo scoprimento di una lapide sulla facciata del palazzo di città e con un discorso commemorativo tenuto nel Teatro Verdi dal Ministro dei Lavori pubblici Meuccio Ruini.





