FEDERAZIONE DI PADOVA, SEZIONE DI FONTANIVA: 4 NOVEMBRE
DISCORSO PRONUNCIATO DAL NOSTRO PRESIDENTE S. TEN. REMO MICHELAZZO
Autorità
Rappresentanti della Scuola
Rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma
Cittadini di Fontaniva
La presidente della Federazione Provinciale di Padova, dottoressa Lisa BREGANTIN, mi ha invitato a fare un breve discorso e incaricato di far pervenire a tutti i presenti e in particolar modo agli associati un cordiale e augurante saluto.
Oggi, prima domenica di novembre celebriamo, come stabilito dalla legge Ciampi del 1977, la Festa dell’Unità Nazionale in conseguenza dell’armistizio, firmato a Villa Giusti (vicino Padova), alle ore 18.40 del 3 novembre 1918 ed entrato in vigore alle ore 15.00 del giorno successivo 4 novembre.
Quest’anno ricorre il centenario del secondo anno della Prima Guerra Mondiale 1915/1918 alla quale partecipò l’Italia. Vorrei perciò ricordare brevemente gli avvenimenti di quell’anno.
“ Il fronte italiano fu sottoposto a una violenta offensiva austriaca sferrata dal saliente del Trentino e dal proseguimento delle operazioni sull’Isonzo. L’Austria aveva messo a punto un piano che prevedeva di irrompere dalle forti posizioni a sud di Trento e di raggiungere la pianura padana tra Verona e Vicenza. Aveva ammassato dietro al fronte dell’attacco 200 battaglioni e 1000 pezzi di artiglieria. Di fronte era schierata l’armata italiana del generale Guglielmo PECORI GIRARDI.
La strafexpedition o spedizione punitiva, come fu chiamata dagli austriaci, iniziò il mattino del 15 maggio su un fronte di circa 40 km dalla Val Lagarina alla Valsugana. Le truppe italiane furono costrette a indietreggiare.
Il 27 maggio gli attaccanti conquistarono Arsiero e Asiago: l’invasione verso Schio e Bassano sembrava inevitabile. Ma il rapido concentramento di rinforzi fatti affluire da altri fronti permise al comando supremo italiano di arginare la pressione avversaria sull’estremo limite degli altipiani.
Il 16 giugno gli italiani passarono al contrattacco e fu riconquistata circa la metà del terreno perduto.
La Strafexpedition o battaglia degli altipiani ebbe pesanti conseguenze per entrambi gli eserciti: l’Austria- Ungheria perse circa 83 mila uomini, l’Italia circa 147 mila.
Sul fronte dell’Isonzo gli Italiani sferrarono dall’11 al 19 marzo la loro quinta offensiva attaccando le forti linee avversarie dal monte Sabotino al mare, ma i risultati furono insignificanti.
Il 4 agosto diede inizio alla sesta battaglia dell’Isonzo con esito positivo avendo ripreso il Sabotino e il San Michele.
Il 29 giugno per la conquista del Sabotino gli austriaci avevano fatto uso per la prima volta di gas asfissianti.
Dopo la resa del caposaldo del Podgora l’8 agosto, ( e qui voglio ricordare Il 2° 3° Battaglione del Reggimento Carabinieri Reali che raggiunsero e si attestarono per primi alla quota 240. Per questo fatto d’arme gli appartenenti al Reggimento furono insigniti di 9 medaglie d’argento, 33 medaglie di bronzo e 13 Croci al Valor Militare. Il 5 giugno 1920 la bandiera dell’Arma fu insignita della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare con questa motivazione” Rinnovellò le sue fiere tradizioni con i innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d’Italia” ) i reparti della 12^ Divisione attraversarono il fiume ed entrarono in Gorizia. Altre offensive furono sferrate a est e a sud di Gorizia, sul Carso ma con poco successo.
La tattica degli assalti frontali contro postazioni difensive ben organizzate continuò a provocare pesanti perdite in una interminabile guerra di logoramento.
Sul fronte settentrionale, nel periodo estivo gli alpini attaccarono sulle Alpi di Fassa conquistando alcune posizioni. Anche il settore del PASUBIO fu nuovamente teatro di aspri combattimenti in settembre e ottobre.
Per quanto riguarda le operazioni navali la marina continuò a essere impegnata in collaborazione con unità francesi e britanniche, nella protezione dei convogli allestiti per lo sgombero dei resti dell’esercito serbo e dei porti albanesi.
Dal punto di vista aeronautico il 1916 vide la nascita anche sul fronte italiano degli assi della caccia. Francesco Baracca ottenne la sua prima vittoria in aprile presso Gorizia con un biplano Nieuport 11 Bebe.
Le squadriglie da bombardamento, dotate di trimotori Caproni operarono intensamente, attaccando, fra l’altro, Lubiana e Trieste.
Alla fine del 1916 le industrie aeronautiche italiane avevano prodotto 1.255 aerei e 2.300 motori mentre in linea c’erano 370 velivoli delle varie specialità, oltre ad alcuni dirigibili.
Ecco il resoconto di quell’anno.
Dedichiamo ora un pensiero riverente ai Caduti di quel conflitto mondiale e degli altri conflitti, a coloro che sono morti nelle missioni internazionali di pace facendo dono della loro vita per onorare il giuramento di fedeltà alla Patria.
Rivolgiamo nella circostanza anche un sentimento di gratitudine e di solidarietà alle Forze Armate che, sul territorio nazionale o nelle missioni all’estero, svolgono con grande professionalità e dedizione il loro dovere per garantire la sicurezza, la pace, il rispetto dei diritti umani.
Una nazione vive anche nel ricordo dei suoi figli caduti perché difendere la Patria vuol dire difendere anche una somma di valori, di cultura, di tradizioni e di interessi ben più ampia della semplice difesa del territorio nazionale.
Vuol dire difendere la pace, la libertà, la democrazia, beni preziosi per ogni paese civile.
VIVA L’ITALIA – VIVA LE FORZE ARMATE