DA VO' EUGANEO AD AUSCHWITZ
Villa Contarini-Venier a Vo’ Vecchio, tra il 1943 e il 1944 fu trasformata in campo di concentramento per gli ebrei della provincia di Padova fino al loro trasferimento alla risiera di San Sabba a Trieste, e di qui ad Auschwitz.
Le vicende storiche di quel periodo e quelle della comunità ebraica di Padova sono state ricostruite dallo storico Francesco Selmin nel volume "Nessun "giusto" per Eva - la Shoah a Padova e nel Padovano - Cierre Edizioni, 2011".
E' fondamentale per il nostro futuro non dimenticare e per questo è molto significativo il capitolo finale sulla "invisibilità" della Shoah a Padova, quasi che i padovani avessero lo sguardo altrove, preso da fatti e da vicende più "gravi ed importanti", in un periodo terribile i cui per alzare la voce contro le ingiustizie ci voleva il coraggio del "giusto".
Dal libro di Selmin riportiamo un pensiero scritto nell'aprile del 1943 sul proprio diario da Eva Ducci, padovana di vent'anni, arrestata nel febbraio del 1944, deportata ad Auschwitz e lì deceduta nel luglio dello stesso anno.
"Si combatte ancora. Si combatterà in eterno? E' come se ci si fosse rassegnati all'idea di un cataclisma senza principio né fine. Ma sono le nostre vite che non durano più a questa tensione, a questo spasimo, a questa ossessione. [...] Talvolta mi pare di non reggere, di dover urlare: basta - ci avete tormentati abbastanza, guerra, leggi - tutto. E invece si continua - si aspetta - ci si inacidisce nei propri crucci - nella propria apatia per le rare cose belle e nella propria ipersensibilità per le troppe evenienze tristi o seccanti. Mio Dio, potessi almeno evadere col sogno - potessi ancora fidare in una gioia che ripagasse di tanta ansia e...di tanta solitudine."
Nessun "giusto" per Eva - la Shoah a Padova e nel Padovano, Francesco Selmin - Cierre Edizioni 2011