FEDERAZIONE DI MANTOVA, SEZIONE DI CASALOLDO: Medaglia d'onore per 33 IMI Casaloldesi:

La giornata della Memoria è stata onorata in un modo del tutto particolare dalla Sezione Combattenti e Reduci di Casaloldo. Di prima mattina, un gruppo di oltre 60 persone, con a capo il Sindaco Emma Raschi e il Presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci Gian Agazzi, si è radunato nella piazza principale ed è partito in direzione Mantova. Qui i casaloldesi sono stati accolti presso il Teatro Bibiena dove, alle ore 10, è iniziata una toccante cerimonia ufficiale, officiata dal Prefetto di Mantova, alla presenza delle più alte cariche civili, regliose e militari della Provincia. Chi erano tutte quelle persone chiamate a raccolta? I familiari dei 33 internati militari che hanno ottenuto dal Comitato ministeriale preposto l'onorificienza della Medaglia d'onore alla memoria, in ricordo del loro gesto di resistenza passiva nei confronti del nazifascismo dopo l'8 settembre 1943. Gli internati di Casaloldo, come altri 700.000 Italiani, preferino scegliere la dolorosa via dei campi di concentramento tedeschi piuttosto che tornare dalle loro famiglie ma dover combattere al soldo di Hitler e Mussolini contro i loro fratelli. Per questa loro scelta subirono 18 mesi di fame, sofferenze, lavoro forzato e lontananza dagli affetti. Dopo 75 anni è doveroso che questa vicenda che ha coinvolto tanti casaloldesi e che è rimasta a lungo nell'oblio, venga finalmente ricordata, proprio nella giornata della Memoria. Una volta tornati a casa, i Casaloldesi sono andati a salutare a casa sua l'unico Internato casaloldese ancora vivente, Luigi Bertani, che è già stato insignito della Medaglia anni or sono e che è la memoria vivente di questa vicenda. Il prossimo 2 giugno, festa della Repubblica, sarà premiato un altro gruppo di Internati casaloldesi, la cui domanda è in fase di valutazione ed approvazione. La ricerca di tutti gli IMI è stata lunga e laboriosa, ma ha portato alla luce una storia che era presenta in modo silenzioso in tante famiglie casaloldesi, che oggi possono finalmente ricordare con orgoglio il loro caro reduce.