FEDERAZIONE DI CREMONA, SEZIONI DI SONCINO E CORTE DE FRATI: CERIMONIA A BRUNICO

Domenica 2 luglio un folto gruppo di rappresentanti, della nostra Associazione e simpatizzanti di Soncino e di Corte de Frati, entrambi in provincia di Cremona, si è recata a Brunico per ricordare i 73 anni dell’ecidio dei setti giovani militari ad opera dell’esercito tedesco, avvenuto il 6 luglio del 1944..Ad accoglierli alla caserma F. Enrico del 6° reg. Alpini di Brunico una rappresentanza dei Comuni e delle Associazioni d’arma del Trentino.

Gli onori di casa sono stati fatti dall’ON: Lionello Bertoldi Presidente ANPI della provincia di Bolzano, dal Presidente ANPI di Trento e dal nostro Presidente Provinciale dell’ANCR di Bolzano-Trento Cav.Vito Gambetti.Alle ore 10,30 si è iniziata la cerimonia con la deposizione di due corone sulla targa che ricorda il tragico evento, e dopo la Messa celebrata da padre Roat si sono tenuti gli interventi dei sindaci di Soncino Dot. Gabriele Gallina e di Corte de’Frati Dott. Azzali Rosolino -che rappresentava anche la Provincia di Cremona- e dell’assessore Rossetti che ha tecnicamente provveduto all’organizzazione dell’evento.

I comuni di Corte de’Frati e di Soncino erano presenti con numerose persone giunte con un pullman, l’ANCR di Cremona con il Presidente Provinciale Mauro Bodini ed il Labaro, le Sezioni di Bordolano, Vailate e Sesto Cremonese con i rispettivi Presidenti, ed erano inoltre presenti altre Associazioni e rappresentanti il Nastro Azzurro di Cremona, gli Artiglieri e il Gruppo ANA di Brunico.

E’ stata una sobria cerimonia densa di commozione, nella quale si è evidenziato il grande sacrificio compiuto da quei sette giovani che, oltre settant’anni fa, hanno sacrificato la vita mentre agognavano alla libertà.

Ma si è voluto pure ricordare il valore della solidarietà di alcune donne sudtirolesi, che, senza conoscerli e forse capirli, offrirono loro aiuto e cercarono di salvarli. Scrisse infatti il soncinese Franco Garattini 18 anni, unico superstite “Quella domenica a Brunico era festa grande per la Cresima dei bimbi. Prima del ponte raggiungemmo due donne con due bambini. Parlammo e loro risposero con uno strano dialetto, ma gentili vollero portarci a casa loro ed offrirci cibo e vestiti.”

.Tutto fu vano, ma non fu inutile l’umana solidarietà, che donne di lingua e cultura diversa sapessero esprimere a quei giovani impauriti che fuggivano verso la pace.. Non si conosce il nome di quelle donne e delle loro case, ma si sa che assunsero la responsabilità di costruire una speranza.