FEDERAZIONE DI CREMONA, COMUNE E SEZIONE DI SAN BASSANO: COMMEMORAZIONE DEL 2 GIUGNO

Quanto segue è stato letto da un bambino della quinta Elementare della scuola di San Bassano, estratto dalla Costituzione, alla presenza del Sindaco Comm. Giuseppe Papa, le Associazioni combattentistiche ed i cittadini.
“Matteotti
: Volete i singoli fatti? Eccoli: ad Iglesias il collega Corsi stava raccogliendo le 300 firme e la sua casa è stata circondata… (Rumori).
Maraviglia: Non è vero. Lo inventa lei in questo momento.
Farinacci:   Va a finire che faremo sul serio quello che non abbiamo fatto!
Matteotti:    Fareste il vostro mestiere!
Lussu: È la verità! È la verità!
Matteotti: A Melfi… (rumori vivissimi, interruzioni). A Melfi è stata impedita la raccolta delle firme con la violenza. (Rumori) In Puglia fu bastonato perfino un notaio. (Rumori vivissimi).
Aldi-Mai: Ma questo nei ricorsi non c’è! In nessuno dei ricorsi! Ho visto io gli atti delle Puglie e in nessuno dei ricorsi è accennato il fatto di cui parla l’onorevole Matteotti.
Farinacci: Vi faremo cambiare sistema! E dire che sono quelli che vogliono la normalizzazione!
Matteotti: A Genova (rumori vivissimi) i fogli con le firme già raccolte, furono portati via dal tavolo su cui erano stati firmati!
Voci: Perché erano falsi!
Matteotti: Se erano falsi dovevate denunciarli ai magistrati!
[....]
Presidente: Concluda, onorevole Matteotti. Non provochi incidenti!
Matteotti: Io protesto! Se ella crede che non gli altri mi impediscano di parlare, ma che sia io a provocare incidenti, mi seggo e non parlo! (Approvazioni all’estrema sinistra, rumori prolungati)
Presidente: Ha finito? Allora ha facoltà di parlare l’onorevole Rossi…
Matteotti: Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! Io non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti! Ho diritto di essere rispettato! (Rumori prolungati, conversazioni)
[....]
Matteotti: Riconosciamo che i ricorsi non potevano, per la stessa esistenza del regime di violenza, essere documentati. Ma è appunto una investigazione che solo la Giunta nella sua discrezione, nella sua coscienza potrebbe compiere, investigando da per tutto, in ogni documento, luogo per luogo. Noi domandiamo che sia compiuto tale esame, domandiamo che essa investighi sui metodi usati in quasi tutta l’Italia.
E ‘un dovere e un diritto, senza il quale non esiste sovranità popolare. Noi sentiamo tutto il male che all’Italia apporta il sistema della violenza: abbiamo lungamente scontato anche noi, pur minori e occasionali, eccessi dei nostri. Ma appunto per ciò noi domandiamo alla maggioranza che essa ritorni all’osservanza del diritto. (Rumori, interruzioni, apostrofi a destra).
Voi che oggi avete in mano il potere e la forza, voi che vantate la vostra potenza, dovreste meglio di tutti gli altri essere in grado di far osservare la legge da parte di tutti. (interruzioni a destra). Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta.
Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. (Interruzioni a destra). Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Molto danno avevano fatto le dominazioni straniere. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro.

Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni.

(Applausi all’estrema sinistra, vivi rumori; la confusione e l’impressione sono enormi).