Notiziario: FEDERAZIONE DI CASERTA, SEZIONE DI PIGNATARO MAGGIORE: UFFICIALE LUIGI BOVOLENZI

FEDERAZIONE DI CASERTA, SEZIONE DI PIGNATARO MAGGIORE: UFFICIALE LUIGI BOVOLENZI

Il sacrificio del giovane Sottotenente Luigi Bovenzi, un eroe della Grande Guerra Fu il giornale “Il Mattino” nell’edizione del 31 luglio 1918, a dare notizia della morte del sottotenente di fanteria Luigi Bovenzi, che “cadeva, colpito in pieno da una granata nemica il 15 giugno u.s. sul Monte Tomba, montagna delle prealpi bellunesi. Il Mattino, in un lungo articolo, riportava altresì che il giovane Bovenzi era studente del primo anno di Lettere e Filosofia presso la Regia Università di Napoli, e che la sua fede consisteva nel binomio di Dio e Patria, essendo stato nel contempo un fervente servitore di Dio e della Patria. Nato a Pignataro Maggiore il 22 novembre 1898 da Bartolomeo e Concetta Boccia, Luigi Bovenzi era stato battezzato il primo dicembre nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Misericordia coi nomi di Luigi, Antonio, Maria, e quindi nome completo era Luigi, Antonio, Maria Bovenzi. Tuttavia, nei vari scritti dedicati alla sua gloriosa ed eroica morte in giovane età, viene citato sempre il nome di Luigi Bovenzi. Già da bambino sentiva forte il sentimento religioso di essere servo di Dio, ma, come scrive Francesco Maria Bovenzi, “il destino volle che diventasse anche servo della Patria”. Fu precoce la vocazione di Luigi Bovenzi per il sacerdozio e ciò lo condusse a voler frequentare il seminario di Calvi, nonostante le iniziali avversità a tale decisione del padre, essendo il fratello maggiore Michele già seminarista nella stessa Calvi. Tuttavia, Luigi riuscì a convincere il padre nell’ottobre del 1909 fu ammesso alla frequenza del suddetto Seminario. Di carattere docile, ubbidiente e sorretto da una fede fervente, conquistò in breve tempo la stima dei Superiori e degli stessi compagni. Nell’anno successivo, comunque, il padre persuase Luigino ad iscriversi al Regio Liceo di Santa Maria Capua Vetere nell’anno 1916, ma il giovanissimo Bovenzi intendeva ritornare al Seminario nella città di Napoli e riuscì anche questa volta a convincere il genitore, scegliendo di frequentare il Seminario teologico regionale campano di Villa San Luigi a Posillipo. Nel gennaio del 1917 Luigi dovette presentarsi al Consiglio di leva, e dalla Commissione di idoneità fu dichiarato abile al servizio militare. Dovette, pertanto, informarne il vescovo della sua Diocesi, Monsignor Calogero Licata. Avendo conseguito la licenza liceale, frequentò un corso di Allievi Ufficiali e il 19 aprile dello stesso anno fu prima al Distretto di Caserta e successivamente inviato alla Scuola Militare di fanteria della stessa città, presso il Palazzo Reale. Il 10 ottobre veniva comunicata a Luigi la promozione ad aspirante ufficiale, e riceveva anche la notizia tramite il telegrafo di presentarsi al Deposito del trentanovesimo Reggimento Fanteria di Napoli e di partire lo stesso giorno per il fronte. Il 20 ottobre del 1917 aveva raggiunto la città di Gorizia. Ne diede notizia ai suoi cari in Pignataro Maggiore, comunicando di trovarsi, con il ruolo di cappellano, presso il 143° Reggimento Fanteria del II Corpo d’Armata presso Gorizia. Nella primavera del 1918 Luigi era al fronte in difesa del Monte Tomba e Monfenera, dove inevitabilmente dovette sperimentare la dura realtà della guerra in prima linea di trincea. E’ in tale frangente che le sue memorie ci offrono testimonianza anche del suo travaglio interiore. Nei momenti di struggente solitudine, pur consapevole del dovere affidatogli, scriveva che il pensiero andava frequentemente al Seminario e che il pensiero di dover insidiare la vita di altri uomini ed esporre la propria non costituiva per lui un sentimento di viltà, ma “ era la natura che ne risentiva, benché guidata dalla ragione”. Era un giovane che viveva la sua fede in maniera talmente sentita che, durante il Natale precedente del 1917, volle trascorrere la Notte Santa in una tenda e dormire sulla paglia per imitare la nascita del Signore, come ebbe a dire ai suoi compagni. Luigi aveva ottenuto il grado di Sottotenente di Complemento nel maggio del 1918. L’alba del 15 giugno fu l’inizio di una cruenta battaglia, e in tale duro giorno di battaglia sul Monte Tomba il sottotenente riportò due ferite a braccio destro e altrettante alle gambe, una delle quali aveva fratturato il femore, come anche tre ferite più leggere al volto. Le condizioni di Luigi si mostrarono subito preoccupanti, e, dopo le prime cure fu condotto alla Sezione di Sanità e successivamente all’ospedale di campo del IV Corpo d’Armata. Il suo stato progressivamente peggiorò e il giovane Luigi Bovenzi si spense alle ore 17 dello stesso giorno. Più che la gravità delle ferite, fu il dissanguamento che lo condusse alla morte. Fu sepolto nel Cimitero Civile di Rossano Veneto. La tomba era sormontata da una croce alta circa due metri; sulla pietra sepolcrale vi era incisa la seguente iscrizione in lettere gotiche: SOTTOTENENTE LUIGI BOVENZI DEL I° REGG.TO FANTERIA CADUTO IL 15-6-1918. La salma fu ben custodita in quanto il Cappellano Canestri, con il quale Luigi aveva avuto diversi dotti colloqui sulla fede cristiana, si prese cura di farla rinchiudere in due casse di legno e una di zinco con una lamiera di doppio spessore. La salma del Bovenzi fu tumulata in Pignataro Maggiore il 21 settembre 1923 e, in tale occasione furono tributate solenni onoranze a quel giovane, che avrebbe compiuto 20 anni il 22 novembre 1918. Angelo Martino Pignataro M, 26 giugno 2020