FEDERAZIONE DI CASERTA, SEZIONE DI CURTI: VISITA ALLA TOMBA ROMANA "LA CONOCCHIA"

Il giorno 17 settembre 2018 alle ore 11,00, in occasione della Festa Patronale, è stata organizzata una visita guidata alla riscoperta dei tesori nascosti della Città di Curti, con sosta alla Conocchia “Monumento Funerario simbolo della Città”. Alla guida della visita al Monumento, il Sindaco di Curti dr. Antonio Raiano, ha voluto gli esponenti della Pro-Loco ed il Segretario della Federazione A.N.C.R. di Caserta. Infatti il Segretario Salvatore Serino già nel 2006 aveva preparato l’elaborato che segue: LA STORIA DELLA "CONOCCHIA". A confine con la villa Comunale e al lato della via Appia, a Curti abbiamo “la Conocchia”; è’ un monumento funerario che si erge imponente e maestoso che ha subito nel corso dei secoli vari rifacimenti. Da studi approfonditi si è accertato che la copertura posta al vertice era a forma di piramide e la voce popolare ha riconosciuto al monumento il nome di “conocchia” ricordando il fuso, attrezzo tessile presente e usato in ogni famiglia sino all’ ottocento. Successivamente nel periodo Borbonico, gli interventi di restauro hanno trasformato la copertura in cupola. Il monumento è costituito da tre sezioni che si sovrappongono raggiungendo un’altezza complessiva di 13 metri. Il primo livello costituito da un cubo contiene la camera sepolcrale che è dotata di nicchie cinerarie ove si posavano le urne destinate a tramandare nel tempo il ricordo delle persone illustri. Vi fu sepolta (sembra), Flavia Domitilla, la matrona romana nipote di Vespasiano moglie del console martire Flavio Clemente e madre di sette figli. Condannata all’ esilio dall’ imperatore Domiziano per aver abbracciato il cristianesimo, scontò la pena nell’ isola di Ventotene. La conocchia è datata presumibilmente nel I Secolo d. C., la stessa può dirsi fra i più significativi monumenti che siano giunti fino a noi conservando "quasi intero" il loro carattere plastico originario; giacché i notevoli restauri apportati al tempo di Ferdinando IV di Borbone (come si evidenzia dalla dicitura marmorea sulla facciata di ingresso), ed ancora più tardi, hanno preservato le strutture originarie restaurandole ma hanno alterato in qualche particolare l’aspetto originario, (vedi copertura). NB.: Le informazioni, di cui sopra, sono state rilevate, tramite internet, sul “Sito Archeologico di Capua Antica”, elaborate, coordinate e strutturate con intuizione e ispirazione dal disegnatore Salvatore Serino e dal Professore Raffaele Serino in Curti nel 2010. Note esplicative del particolare architettonico del monumento: La prima parte è costituita da una struttura a base cubica con un soffitto a botte che sorregge le due sezioni superiori. In questa vi è la camera sepolcrale e contiene diverse nicchiette; nella parete posta a sud vi è un lucernario con inclinazione per consentire l’ingresso della luce a terra della camera, e dell’aria. La seconda sezione è costituita all’ interno da un cilindro centrale che poggia sul soffitto sottostante a botte, ed esternamente le pareti si stendono in forma convessa e ospitano tre nicchie per ogni facciata. All’ estremità ci sono quattro colonne che poggiano sulla parete di base della prima sezione ed uniscono le quattro facciate. La sezione finale superiore, poggia sul secondo solaio a botte della sezione precedente ed è costituita sempre da un cilindro interno, ed esternamente presenta semicolonnine e nicchie. Nella parte esterna, dove vi sono le nicchiette, si evidenziano in modo alterno dei fori, probabilmente di aerazione della struttura interna. Per copertura, oggi una cupola sovrasta l’ultima sezione. Tutto è realizzato in opus incertum. DICITURA MARMOREA: ME SUPERSTITEM ANTIQUITATIS MOLEM SENIO CONFECTAM ET IAM IAM RUITURAM REX FERDINANDUS IV PATER PATRIAE AB IMO SUFFULTAM REPARAVIT. Traduzione: RE FERDINANDO IV PADRE DELLA PATRIA RESTAURO’ ME GRANDEZZA SUPERSTITE DELL’ANTICHITA’ SOTTRATTA AL DEPERIMENTO. Ora sollevata e sostenuta dalle fondamenta.