FEDERAZIONE DI CASERTA: I CENTO ANNI DEL COMBATTENTE ANTONIO CAPARCO

Riportiamo la testimonianza Il Gruppo Redazione della Federazione Provinciale di Caserta dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci che il 31 luglio 2018, alle ore 10,30, si è recato a S. Maria Versano (frazione di Teano), accompagnati dal Colonnello Pasquale Pino (Presidente Provinciale ANB di Caserta), da Antonio De Fusco (Presidente della Sezione ANCR locale) e cav. Luigi Apollo (Presidente della Sezione ANCR di Casapulla), per raccogliere la testimonianza del Combattente Antonio Caparco, in prossimità del suo centesimo compleanno.
"Quando ci siamo presentati presso la sua abitazione, siamo stati accolti dai familiari che ci hanno poi accompagnati da Antonio il quale, alla nostra vista, ha mostrato la propria soddisfazione per l' incontro. Dopo le presentazioni di rito, il Caparco ha risposto alle nostre domande, rilasciando la seguente testimonianza: sono nato a S. Maria Versano frazione di Teano il 7 agosto del 1918. Allo scoppio del conflitto, tra gennaio e febbraio del 1940 fui chiamato a Caserta, ci fecero indossare la divisa e per 15 giorni rimanemmo a S. Nicola la Strada. Successivamente con il treno da Caserta ci trasferirono a Napoli, ci imbarcarono la sera e arrivammo la mattina presso la zona della Tripolitania, facendo parte del 55° Reggimento Artiglieri Brescia. Ci fecero salire poi sul treno e ci portarono nel deserto, qui era molto difficile camminare. Dopo la Tripolitania andammo verso l’Egitto a Bardia e ricordo che il tenente ed il sergente che guidavano la nostra colonna, in seguito a bombardamenti degli Inglesi, vennero colpiti a morte. Ci fermammo a Tobruk dove aspettammo gli aiuti dall’Italia. Qui Italo Balbo comandava la zona e ci disse di non preoccuparci perché sarebbero arrivati rinforzi dall’Italia per fare l’avanzata. Ma le cose non andarono così, la nave San Giorgio era ormeggiata nel porto di Tobruk. Fummo attaccati e dopo tanti bombardamenti dagli aerei, fummo fatti prigionieri dagli Inglesi e Americani. Questi ci disarmarono e ci portarono verso Sollum e quando arrivammo a Suez ci imbarcarono per l’Australia. Fummo trattati bene e dopo sei anni di prigionia nel 1947 venimmo rimpatriati.