Notiziario: FEDERAZIONE DI BOLZANO E TRENTO: Celebrazioni del Giorno della memoria

FEDERAZIONE DI BOLZANO E TRENTO: Celebrazioni del Giorno della memoria

Alla presenza delle più alte Autorità Civili e Militari della Provincia di Bolzano, il Sindaco Caramaschi padrone di casa, il Governatore Arno Kompatscher, il Prefetto Elisabetta Margiacchi, il Gen. B. Menniti dei Carabinieri, il col. Piller della GdF, il Vicesindaco Baur, l'Assessore Repetto, rappresentanze di molte Associazioni d'Arma, e con la nostra partecipazione con il Labaro della Federazione di Bolzano e la bandiera della Sezione di Prato Isarco, si sono svolte le commemorazioni del Giorno della Memoria a Bolzano. La manifestazione è molto articolata, anticipata il 26 gennaio dalla deposizione di una Targa in memoria della piccola Olimpia Carpi, internata ad Auschwitz ed ivi scomparsa all'età di soli tre anni con tutta la sua famiglia, il 27 è iniziata con la deposizione di corone presso il residuo muro di cinta del lager di Bolzano che negli anni della Seconda Guerra Mondiale fungeva da centro di smistamento, dal quale oltre 3500 persone ormai condannate per motivi diversi, fossero di razza (ebrei e sinti) o di ideologie politiche o per condizioni fisiche e psichiche particolari, sono state inviate nei campi di Auschwitz, Birckenau, Dachau ed altri ancora, dai quali sono un 10/12% ha avuto la fortuna di poter sopravvivere e tornare a casa. Dopo questa cerimonia, una deposizione di corone presso il cimitero ebraico di Bolzano e sulla tomba dell'eroe partigiano bolzanino Manlio Longon, che coraggiosamente si oppose alla violenza nazista consapavole che ciò gli sarebbe costato la vita, come infatti fu. Infine una depoisizione di corone al sito dal quale sono partiti i 3500 internati, con la lettura di alcune righe dei deportati e la preghiera ebraica letta dal rabbino presente alla cerimonia. A tutti gli eventi erano sempre presenti alcuni discendenti dei deportati, nelle persone di figlie e di nipoti e pronipoti che, in molti casi, non hanno potuto conoscere i loro avi. L'asse portante di queste cerimonie è stato l'auspicio che la memoria di queste tragedie non si perda, e che il futuro non veda mai più simili barbarie.