Fante Tironi, presente! Era disperso da 75 anni

Occhiobello (Ro) - Era stato dichiarato scomparso 75 anni fa, nella convulsa fase della ritirata dell'Armir dal fronte del Don. Un inferno che decimò il corpo degli Alpini, spedito alla ventura e decimato. Delle 50 tradotte che li portarono in guerra, ne tornarono meno di dieci. Ora, la famiglia di Antonio Tironi, finalmente, può sapere qualcosa sulla sorte di quel figlio di Occhiobello che era parso sparito nel nulla. 

Tutto è partito dalle ricerche compiute da Ferdinando Sovran, già consigliere nazionale dell'associazione  Alpini. "Nel settembre scorso - racconta - durante la mia campagna di ricerca delle sepolture di soldati italiani lungo il fronte del fiume Don in Russia mi è stato donato il piastrino di riconoscimento appartenuto al Soldato suindicato. Ho ricostruito l'intera vicenda militare anche attraverso il foglio matricolare e caratteristico, documentazione da consegnare ai famigliari con mappe e foto".

Un impegno strenuo, quello di Sovran, che sentiva la necessità di chiudere un capitolo di storia aperto, dolorosamente aperto, da 75 anni, per una famiglia di Occhiobello. E, soprattutto, per una donna che compirà 91 anni a febbraio e che da tre quarti di secolo non sapeva che fine avesse fatto suo fratello, partito per la campagna di Russia e mai tornato. Certo, immaginava che non ci fosse più.

Sempre Sovran ha poi attivato il canale col Comune di Occhiobello per compiere tutte le verifiche del caso e accertare l'identità del militare al quale apparteneva la piastrina. L'identificazione è riuscita, consentendo di identificare Tironi Antonio, nato a Occhiobello il 16 ottobre 1922.

Di seguito la sua storia. Il 19 aprile 1941 risponde alla chiamata di leva, viene assegnato alla "Fanteria"; il 16 gennaio 1942 è inquadrato nel "278° Reggimento Fanteria - Divisione Vicenza". Con lo stesso Reparto nel mese di ottobre 1942 parte per il fronte russo. La "Divisione Vicenza" è l'ultima Divisione che raggiungerà il fronte del fiume Don. I ranghi erano formati da soldati scritturali, provenienti dai distretti militari, da richiamati di altri fronti al limite dell'età, qualche carcerato, che aveva "barattato " la pena o la riduzione della stessa andando al fronte, e da Soldati di leva del 1922, che non avevano ricevuto adeguato addestramento effettuato tra Pozzuolo del Friuli, Gorizia, Palmanova e Cervignano.

Poco equipaggiata, la "Divisione Vicenza" inizialmente fu impiegata in appoggio al Comando del Corpo d'Armata Alpino di Rossosch, di guardia a magazzini e alla lotta contro i partigiani. Con lo sfondamento operato dal 15 dicembre 1942 dall'Armata Rossa sulle postazioni tenute dalle "Divisioni Ravenna e Cosseria", la "Divisione Julia" venne mandata a tamponare nel settore della Kalitva. Mossa tardiva in quanto i fanti e i carri armati sovietici avevano già superato il fiume Don. Le postazioni iniziali della "Julia" furono occupate da parte della "Vicenza". Molti saranno i caduti, i dispersi e i prigionieri nelle vicende che vedranno la "Vicenza" impegnata nelle battaglie del ripiegamento a fianco delle divisioni alpine.

Il fante Antonio Tironi viene dichiarato Disperso alla data (generica) del 31 dicembre 1942. Il piastrino di riconoscimento è stato trovato da kolkosiani, lavorando il terreno agricolo nel villaggio di Saprina dopo  il disgelo del marzo 1943 e donato all'Alpino friulano Ferdinando Sovran, che da molti anni si reca in Russia alla ricerca delle sepolture di nostri Caduti, da segnalare poi a Mindifesa/Onorcaduti di Roma, unico competente per le riesumazioni. Reduci Italiani dalla prigionia e Veterani russi hanno confermato a Sovran che spesso i Soldati dell'Armata Rossa sul Prigioniero o sul Caduto facevano il gesto disumanizzante di strappare la collanina con il piastrino e lo gettavano per terra, come dire "mi hai invaso, ti tolgo il nome".

La notizia della reliquia ritrovata è giunta alla sorella Giustina e i suoi famigliari. Tra il pianto e le lacrime di gioia sarà lieta di stringere una preziosa reliquia dopo oltre 70 anni, che ricorda l'amato Fratello, tanto invocato, del quale per lunghi anni non ha saputo la sorte.