LA GIOVENTU’ E I PRIMI COMBATTIMENTI
IL SACRIFICIO DEL 27 MARZO
La mattina del 27 marzo, gli italiani non attesero a dar risposta al nemico austriaco. Scrive il giornalista Luigi Barzini: “Soltanto la mattina del 27, dopo ore di lotta gli alpini i fanti e i bersaglieri del 16° del Col. Paolino Arcodaci riuscirono ad aprirsi un varco. Vitali Mazza ferito già nel primo contrattacco non abbandonò la lotta e rimase sul campo fermandosi solo davanti alla muraglia che gli si era parata contro e sulla quale stava il nemico con una micidiale mitragliatrice”. Con una scala a pioli costruita in maniera alquanto fortunosa, il soldato cercò di oltrepassare la muraglia. Una volta buttatosi in trincea combatté come un leone nonostante fosse stato gravemente ferito ad un braccio. Gli Austriaci, armati di mitragliatrice, non attesero prima di scaricare addosso a Michele tutte le pallottole che avevano in canna. Un colpo alla testa fulminò il giovane eroe lasciandolo esanime sul campo. Per questa sua azione, Michele Vitali Mazza venne decorato con la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Contrattaccava col suo plotone il nemico, che era riuscito ad occupare una nostra trincea. Ferito e respinto, si appostava a breve distanza dall’avversario e con tiri di fucileria lo molestava nei lavori di rafforzamento. Il giorno successivo prendeva d’assalto la posizione nemica, dandovi la scalata mediante una scala a pioli. Rimasto con pochi bersaglieri, si affermava sulla posizione stessa, finché giunti nuovi rinforzi, benché ferito più volte, si slanciava all’assalto decisivo, cadendo colpito al capo; fulgido esempio di valore e di tenacia”.
Tommaso Lunardi