ALA. "Il paragone con Indiana Jones è fuori luogo - si legge nel comunicato stampa del Comune di Ala - ma vogliamo pensare che le emozioni provate da Paolo Leonardi e dagli altri volontari dell'associazione Memores siano state le stesse di un archeologo d'avventura, quando hanno ritrovato la cappella militare di San Marco in Zugna.
Il luogo sacro era stato costruito poco distante da passo Buole, dove durante la Prima guerra mondiale si trovava una cittadella di 15 mila soldati. Inghiottito dal bosco, se ne erano perse le tracce. I volontari di Memores lo hanno ritrovato e restaurato. La storia è condensata in un libro che verrà presentato venerdì 23 giugno, in attesa della messa che verrà celebrata domenica 2 luglio.
La cappella di San Marco sotto cima Selvata, sulla cresta che collega monte Zugna a passo Buole che fu teatro di scontri decisivi per il fronte trentino durante la Grande guerra, è stata ritrovata e restaurata dai volontari dell'associazione Memores di Ala, con un lavoro iniziato alcuni anni fa e ora giunto al termine.
Adesso è tempo di raccontare questa storia: venerdì 23 giugno, alle 20.30 nell'auditorium della cassa rurale Bassa Vallagarina di Ala, verrà presentato il libro curato da Massimiliano Baroni, intitolato “La cappella di San Marco sullo Zugna alense”. Il volumetto raccoglie la storia delle operazioni di recupero, materiale fotografico e d'archivio, tutto raccolto dagli appassionati di storia di Memores.
Domenica 2 luglio, alle 10.30, dopo cento anni, verrà celebrata una nuova messa in quel luogo, dove vivevano (e purtroppo morirono) numerosi soldati, italiani ed austriaci.
Durante la guerra, sulla cresta tra passo Buole e lo Zugna sorsero dei villaggi militari, dove vivevano fino a 15 mila uomini. Fu lì che venne eretta, probabilmente nel 1917, la cappella votiva dedicata a San Marco; il nome non è casuale, dato che a costruirla fu la Brigata Venezia, in ricordo dei compagni morti.
Il ritrovamento. Anche se del tutto occultata dalla vegetazione, era comunque rimasta tra gli storici la memoria di questa cappella. La presenza della chiesetta dedicata a San Marco nella zona di passo Buole era confermata da diversi documenti d'epoca. Ciononostante, si era persa la memoria della posizione esatta del manufatto, e nemmeno si sapeva quanto e cosa fosse rimasto.
I volontari di Memores però non si sono scoraggiati, e le testimonianze di un appassionato di storia locale come Tiziano Bertè li convinse a mettersi al lavoro. Importanti sono stati i contributi di un ricercatore di Marco, Leo Setti, ora scomparso, e che probabilmente sapeva già anche dove si trovasse. Fino a che Paolo Leonardi ha rinvenuto i resti, a poca distanza da Cima Selvata, nel Comune di Ala, sopra la strada che porta alla località Spia. Altrettanto grande è stata l'emozione del lavoro condotto in parallelo da Massimiliano Baroni, che ha setacciato gli archivi comunali, dove sono spuntati documenti e fotografie d'epoca di cui si erano perse le tracce.
La campana donata dal papa. Per intercessione del patriarca di Venezia di allora, Pietro La Fontaine, il papa Benedetto XV donò la campana che avrebbe suonato in quella chiesetta, per dare speranza ai soldati in guerra. Quella campana è andata perduta, ma, grazie ai volontari di Memores ed in particolare Paolo Leonardi, non lo stesso è accaduto per la cappella, che è stata riportata alla luce.
Al momento della riscoperta, avvenuta qualche anno fa, Leonardi e gli altri decisero di comunicarlo anche alle autorità religiose, a partire dal Papa, che, coincidenza, all'epoca portava lo stesso nome del Pontefice di cento anni fa, Benedetto XVI. Fu così che grazie all'aiuto del cardinale Sandri, originario di Ala, venne recapitata una lettera a Ratzinger il quale volle rispondere lasciando la sua benedizione.
I lavori. A quel punto restava solo da scavare, ed è stato così che i volontari di Memores si son messi al lavoro, ripulendo il luogo e riportando alla luce i resti della chiesa. Il pavimento è ancora in buono stato e che evidenzia una certa cura nei dettagli e nella lavorazione. Frattanto emergeva anche una fotografia, donata dall'architetto di Ala Claudio Caprara, che immortala la cappella, con tanto di tabernacolo e statua votiva.
Sul finire dei lavori di pulizia viene anche trovato il sasso con la “firma” della Brigata Venezia. Lo scorso anno la cappella è stata visitata da monsignor Luigi Bressan, già arcivescovo di Trento.

Per un centenario di pace. “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro – commentano il sindaco Claudio Soini e la vicesindaca e assessora alla cultura Antonella Tomasi – grande merito va a Memores, a questi volontari che da anni ci aiutano a riscoprire pezzi della nostra storia. A cent'anni di distanza resta indelebile la memoria di ciò che avvenne a Passo Buole, e oggi torna alla luce una chiesetta dove tanti giovani, molti dei quali sarebbero morti senza neanche sapere il perché, cercavano aiuto spirituale”.
“Con questo lavoro onoriamo la fine del centenario – dice il curatore del libro, Massimiliano Baroni – e vogliamo ricordare le morti avvenute in entrambi gli schieramenti, senza ideologie. Purtroppo – aggiunge – le commemorazioni della Prima guerra mondiale, partite con grande slancio, ora sono sotto tono".
"Il nostro timore - conclude - è che non si facciano i conti con la storia, e si perda l'occasione di ricordare la pace di cento anni fa”. “Per Memores – ricorda il presidente dell'associazione, Daniele Tinelli - è il manufatto più importante ritrovato. Un luogo voluto da chi ha combattuto ed ha visto morire i propri commilitoni in un conflitto dove la pietà è stata cancellata dalla voglia di sopraffazione sull’altro, sul nemico. Pensare che questi soldati costruirono un luogo di pace e di fede su un terreno che vide centinaia di vite spezzate fa ancor oggi rabbrividire”.
La serata di presentazione si terrà venerdì 23 giugno alle 20.30 nell'auditorium della Cassa Rurale Bassa Vallagarina di Ala. Sarà organizzata dal Comune di Ala, dall'associazione Memores e dalla stessa Cassa Rurale Bassa Vallagarina.
Domenica 2 luglio, alle 10.30, si salirà alla chiesetta restaurata di Cima Selvata, per una messa, a cento anni di distanza.