Notiziario: Donne della seconda guerra mondiale: chi sono e cosa hanno fatto

Donne della seconda guerra mondiale: chi sono e cosa hanno fatto

Ebbene no, le donne della seconda guerra mondiale non trascorrevano il tempo a casa, in paziente attesa dei valorosi compagni: Miss Italia 2015 ha ingenuamente toppato! In verità il numero di ragazze, anche giovanissime, che si sacrificarono attivamente per la patria è elevatissimo. C’era chi raccoglieva abiti, cibo e altri beni di prima necessità, chi si occupava dei feriti, chi ancora si avventurava nelle pericolose staffette partigiane, ovvero trasportava ordini, munizioni, alimenti da un paese all’altro superando i temutissimi posti di blocco nazi-fascisti. Gisella Floreanini, Carla Capponi, Nilde Iotti, Clelia Corredini sono solo alcune delle donne attivamente coinvolte nella seconda guerra mondiale; gli altri nomi, la maggioranza, sono andati perduti in nome di una storia declinata al maschile. Ma chi sono e cosa hanno fatto queste coraggiose eroine?

Di eroi è piena la storia, di eroine un po’ meno. Ma se i nomi si dimenticano, i sacrifici di chi ha lottato in prima persona per la propria patria e per i propri ideali rimangono tali. Sacrifici compiuti non solo dagli uomini ma anche da moltissime donne che, a dispetto di quanto si va dicendo, assunsero ruoli significativi e impegnativi nell’ambito della Resistenza.

I loro compiti non si esaurivano all’accudimento di figli, parenti e genitori, molte ragazze partivano per il fronte combattendo a fianco degli uomini, altre si occupavano dei feriti, altre ancora rimpiazzavano i compagni scomparsi in guerra lavorando nei campi o in fabbrica. Alle giovanissime, ritenute meno sospette, venivano spesso affidate le cosiddette staffette partigiane: il loro compito consisteva nel trasportare beni e munizioni di paese in paese, nascondendoli all’interno di borse e cestini da pranzo. Non mancarono inoltre proteste al femminile contro il nazi-fascismo, scioperi e manifestazioni di vario genere capitanate da donne. Basti pensare, per esempio, al famoso sciopero del pane, indetto in seguito alla riduzione delle porzioni giornaliere destinate alle famiglie.

Nonostante il gran numero di donne coinvolte nella Seconda Guerra Mondiale (secondo l’A.N.P.I furono oltre 35.000 quelle coinvolte in battaglia, oltre 70.000 in Gruppi di Protesta, 11.000 quelle uccise e deportate), la maggioranza di esse è stata dimenticata, ad eccezione di alcuni nomi che hanno resistito al trascorrere del tempo. E’ il caso di Carla Capponi (1918-2000), vice comandante di una brigata della Capitale, cui fu conferita una medaglia d’oro al valore militare, ma anche di Gisella Floreanini (1906-1993), la prima presidentessa di una Repubblica Partigiana, premiata con una medaglia d’oro alla resistenza.

E ancora Clelia Corradini (1903-1944), staffetta arrestata dai tedeschi, più tardi giustiziata a Vado Ligure, cui fu conferita la medaglia d’argento al valore militare. Partigiana attiva nella Resistenza fu Nilde Iotti (1920-1999), prima Presidentessa della Camera dei Deputati a partire dal 1979, prima donna italiana che ricoprì una delle cariche più alte dello Stato. A dimostrazione che le donne non se ne rimanevano rintanate a casetta, come ha ingenuamente affermato Miss Italia 2015, lottavano insieme agli uomini nonostante la storia se ne sia dimenticata, come spesso accade.