CURIOSITA'

Scatolette alimentari , il cibo dei nostri nonni un secolo fa

Normalmente quando si vuole descrivere l’equipaggiamento di un qualunque soldato , si mette in evidenza il tipo di uniforme ed il tipo di armamento, dimenticandoci che per sopravvivere il combattente deve alimentarsi.

In questo articolo cercherò di illustrare qualche curiosità, dettagli, problemi vari riguardante l’alimentazione del soldato in trincea o nelle retrovie durante il periodo bellico della Grande Guerra.Durante il conflitto mondiale, in Italia esistevano tre stabilimenti militari che producevano carni in scatola da spedire al fronte, la direzione ed il controllo, quando passò sotto il Ministero della Guerra, divennero a livello industriale, furono introdotte nuove tecniche moderne di macellazione, cottura e inscatolamento di carni bovine, si passò anche a conserve suine, brodo concentrato agli estratti di carne e al condimento in conserva per le razioni di pasta e riso delle truppe. Durante la guerra furono prodotte milioni di scatolette, con diverse centinaia di persone, donne comprese che si occupavano della produzione delle scatolette alimentari per i soldati al fronte. Questa enorme produzione di razioni in scatole di latta, richiedeva un grande sforzo logistico per farle arrivare a destinazione, utilizzando ogni tipo di mezzo, treni, carri agricoli, trattori ecc., per coordinare la distribuzione delle razioni ai soldati, vi erano degli Ufficiali del commissariato incaricati di coadiuvare i Comandanti d’Armata e di Divisione per la distribuzione dei generi stessi.

Come venivano distribuite le scatolette alle truppe.

.La distribuzione giornaliera alle truppe avveniva mediante la razione viveri ordinaria mediante le sezioni sussistenza, ovviamente oltre ai soldati, esisteva anche la razione giornaliera per i quadrupedi (fieno e avena) .

Come erano composte le razioni viveri e foraggi.

In generale , i viveri ordinari comprendevano pane, carne fresca bovina, riso, legumi secchi, pasta comune, lardo, condimenti preparati, sale, pepe, caffè tostato, zucchero e vino, in sostituzione, carne fresca di montone, maiale e cavallo, baccalà, formaggio, farina di granoturco ecc., come viveri di riserva, scatolette di carne in conserva, galletta a mano ed a macchina,sale. Per i quadrupedi, avena, fieno, orzo, segale, frumento, granturco, carrube, crusca, fave, riso, paglia, foraggio verde .

I recuperanti.

Ancora oggi , grazie ai tantissimi recuperanti che, con passione e rispetto di quelle zone che furono teatro di guerra riportano alla luce le famose scatolette di latta indispensabili per por sopravvivere e continuare a combattere, sappiamo che moltissime famiglie spedivano ai propri soldati pacchi contenenti generi alimentari in scatola oltre ad indumenti per combattere non solo contro il nemico ma contro il rigidissimo clima invernale di quel periodo storico.

Questa brevissima descrizione di come si alimentavano i nostri soldati oltre un secolo fa per far capire in quali condizioni erano costretti ad operare, vivere e combattere al fronte, per anni in mezzo al fango, sporcizia, sotto i bombardamenti  soggetti costantemente al fuoco delle mitragliatrici, armi di ogni genere, gas tossici e mortali e molto altro…

fonte:https://www.e-gaia.it/blog/military-passion/scatolette-alimentari