Notiziario: CURIOSITA' STORICHE: IL LANCIAFIAMME

CURIOSITA' STORICHE: IL LANCIAFIAMME

Lanciafiamme
Il lanciafiamme, come il gas e la baionett , fu un’arma di forte impatto psicologico, che creava terrore negli uomini.
Sviluppato a partire dal 1910 dai Tedeschi, fu da loro adoperato subito, benché in quantità assai ridott , quantità che crebbe con il trascorrere della guerra per raggiungere ampia diffusione tra il 1917 e soprattutto il 1918, con i modelli portatili più leggeri, maneggevoli ed efficaci.
Modelli di lanciafiamme
Ve ne erano di due tipi: uno portatile, con una trentina di  chili di miscela infiammabile e una portata di circa venti metri e un tipo da difesa, più pesante, disposto in postazioni fisse, con serbatoi da 100 litri.
In linea di massima, il lanciafiamme era composto da una bombola nella quale vi era una miscela ignea a base di nafta o derivati, non benzina perché  altamente esplosiva, e un’ altra bombola più piccola, contenente come propulsivo gas inerte compresso, di solito azoto.
Al serbatoio del liquido era applicato un tubo di tela gommata di lunghezza variabile a seconda dei modelli più o meno pesanti, che terminava in una asta forata di metallo, detta lancia, attraverso la quale veniva spruzzato il liquido spinto dal gas compresso.
Utilizzo del lanciafiamme
Nei primi modelli l’accensione del liquido era effettuata a mano.
Veniva usato da squadre di tre uomini, uno portava l’arma, uno, se il tubo era lungo, aiutava nel suo maneggio e uno impugnava la lancia vera e propria.
Uno degli uomini, munito di granate, fungeva anche da rinforzo contro eventuali attacchi.
Tutti portavano la pistola per difendersi.
Estremamente efficace nei ristretti spazi di una trincea, il lanciafiamme restava però un’arma pericolosa per chi la utilizzava, poiché per usarla occorreva stare in piedi, quindi allo scoperto.
Se la bombola portata a spalla dal soldato era colpita con un proiettile o da shrapnels, il soldato e gli altri componenti la squadra lanciafiamme si trasformavano in torce umane e l’agonia, nonostante le particolari tute indossate, era lunga e dolorosa.
Oltre a ciò il raggio d’azione dei lanciafiamme era piuttosto limitato, nell’ordine al massimo di una trentina di metri nei modelli più avanzati e la carica durava, in diverse vampate, solo una ventina di secondi.
Oltre che dai Tedeschi fu adoperata anche dagli Alleati.
Uso del lanciafiamme sul fronte italiano
Anche sul fronte italiano il lanciafiamme fu usato dai reparti di Arditi  e, da parte austriaca, dai reparti dei pionieri delle Sturmtruppen.
Nell’estate del 1918 ogni compagnia d’assalto di Arditi comprendeva una sezione di sei lanciafiamme portatili con un organico di un Ufficiale e sedici uomini, tra Sottufficiali e Soldati.
Nell’accidentato terreno italiano il lanciafiamme era ideale per stanare il nemico dalle caverne e dai bunker, ma se un soldato lanciafiamme era catturato, veniva subito passato per le armi, tanto era la disapprovazione per quest’arma crudele.
Spesso i soldati delle squadre lanciafiamme italiane erano dotate di pesanti protezioni, guantoni, cappucci e tute di amianto che rendevano estremamente lento ed impacciato il movimento, facendo degli uomini facili bersagli della fucileria e delle mitragliatrici nemiche.
Lanciafiamme portatile DLF ( Italia )
Era una copia modificata del modello francese Schilt 3 bis.
Funzionava mediante una seconda bomboletta di idrogeno che serviva come propellente, posta sul serbatoio da 12 litri, sistemato sulle spalle del fiammiere.
Il serbatoio conteneva però solo 6 litri di miscela infiammabile, un misto di olio leggero derivato dal catrame e petrolio.
La distanza di lancio, mediante un’asta metallica collegata al serbatoio da un tubo flessibile, era di circa 10 – 15 metri.