«Coraggio signor maggiore, anche con una gamba di meno si può fare il carrista»

Con Regio decreto 4 agosto 1942, veniva conferita ad un giovane ufficiale Leo Todeschini la Medaglia d’Oro al Valor Militare a vivente per l’episodio bellico di quasi due anni prima nel deserto libico-egiziano con la seguente splendida motivazione:

«Con la ferma determinazione di sacrificarsi con il suo plotone carri armati, per impedire al nemico l’avvolgimento e la distruzione di una nostra colonna celere, sosteneva durante tre ore l’urto di soverchianti forze corazzate avversarie, ne frenava lo slancio e ne disordinava la manovra, infliggendo all’assalitore durissime perdite. Anche dopo che quattro dei suoi mezzi, gravemente colpiti avevano dovuto abbandonare la lotta, restava con due soli carri sul terreno del combattimento’ e fronteggiava almeno venti carri nemici con sì disperato coraggio, da riuscire ad intimidire l’avversario e farlo deviare verso altri settori del nostro dispositivo. Essendo stato colpito il carro del comandante della compagnia che, immobilizzato, serviva da facile bersaglio al tiro dei cannoni inglesi, dopo aver constatato il fallimento di alcuni tentativi di ricupero del carro stesso, divenuto gloriosa tomba di eroi, decideva di tentarne il rimorchio. Mentre scendeva dal suo carro per agganciare il cavo, una cannonata gli sfracellava la gamba destra. Vincendo con ferrea volontà l’atroce dolore, si dirigeva appoggiandosi su una sola gamba, verso il carro da agganciare, quando una seconda cannonata colpiva in pieno il motore del suo carro immobilizzandolo ed impedendo a lui di condurre a termine la temeraria, generosa missione volontariamente assunta. Raccolto e tratto in salvo, al suo comandante di battaglione che gli rivolgeva parole di commosso plauso, rispondeva con romana fierezza: « Coraggio, signor maggiore, anche con una gamba di meno si può fare il carrista ». Alam Abu Hileiuat (Africa Settentrionale), 19 novembre 1940 .»

Leo Todeschini nacque a Zevio, provincia di Verona, nel 1916, e dopo aver conseguito il diploma di ragioniere presso l’Istituto tecnico di Verona nel corso del 1937, si arruolò nel Regio Esercito venendo ammesso a frequentare il corso Allievi ufficiali. Svolse il corso presso il 3º Reggimento fanteria carrista, dotato dei carri leggeri L3/35 e alla fine dello stesso, il 1° settembre 1939 venne nominato sottotenente di complemento.

Assegnato a prestare servizio presso il 32º Reggimento fanteria carrista, venne trattenuto in servizio con il precipitare della situazione internazionale. Successivamente assegnato al I Battaglione del 4º Reggimento fanteria carrista, equipaggiato con i carri medi M11/39. Dopo l’entrata in guerra del Regno d’Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prese parte alle operazioni sul fronte occidentale, e poi partì con il suo reparto per l’Africa Settentrionale il 6 luglio dello stesso anno.

Durante i combattinenti che precedettero la controffensiva britannica nota come Operazione “Compass”, rimase gravemente ferito, perdendo una gamba il 19 novembre nei duri scontri intorno a ad Adam Abu Hileuiat. Lungamente ricoverato in ospedale a causa delle gravissime ferite, fu promosso tenente nel gennaio 1942, e come ricordato a inizio del nostro post il 4 agosto dello stesso anno venne decorato di Medaglia d’Oro al valor militare a vivente.

Congedato, venne trasferito al Ruolo d’Onore e rimase inattivo fino ai tragici giorni del settembre 1943. Dopo la firma dell’armistizio di Cassibile, avvenuta l’8 settembre 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana ricoprendo il ruolo di Federale di Verona.

Dopo la fine della guerra ritornò alla vita civile, e venne promosso capitano nel 1954, prendendo residenza a Verona. Nella cittè scaligera si spense nel locale ospedale nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1982, per complicazioni dovute alle ferite riportate in combattimento. I solenni funerali si svolsero a Zevio il giorno 30 dello stesso mese, alla presenza di numerose autorità civili e militari.