Chi ha inventato il giubbotto antiproiettile?
A volte sono i “pazzi” e i visionari ad avere l’intuizione giusta. E gli italiani, si sa, sono gente che di sogni e visioni se ne intende. Quelle intuizioni, che un secolo fa nessuno volle prendere in considerazione avevano allora due difetti: o erano troppo in anticipo sui tempi, o non facevano i conti con la realtà.
E' il caso del giubbotto antiproiettile della Prima Guerra Mondiale
Giovanni Battista Negrotto li chiamò “panciotti protettivi per combattenti”. Aveva sviluppato un’idea del figlio, tenente inviato al fronte, e aveva pro- gettato una protezione antiproiettile, da realizzare con piastre di acciaio unite fra loro. Questi “panciotti”, proposti nel 1917 al ministero delle Armi e Munizioni e testati dall’esercito a Parma, diedero, secondo il loro inventore, buoni risultati: “protezione efficace e resistenza al colpo del fucile italiano a 30 metri”. Restavano solamente da fare alcuni adattamenti, diciamo così, sartoriali, per evitare che l’acciaio strappasse in continuazione i tessuti delle divise.
Ma c’era un altro problema, più difficile da risolvere e che fece arenare il progetto (per la verità portato avanti in quegli anni anche da altri eserciti e reparti di polizia). Il “panciotto protettivo”, infatti, resisteva ai fucili italiani, ma non a quelli austriaci. Come commentò, sconsolato, Negrotto, “sembra che il fucile austriaco, oltre a perforare, squarci”.