Notiziario: CESARE AME' E I SUOI AGENTI

CESARE AME' E I SUOI AGENTI

di Gabriele Bagnoli

Si chiamava Cesare Amé. Formatosi sui campi di battaglia della Libia prima e della Grande Guerra poi, tra il 1940 e la fatidica data dell’armistizio dell’8 settembre 1943, con il grado di Generale, guidò il SIM, il Servizio Informazioni Militare, primo servizio di intelligence strutturato in chiave moderna che l’Italia abbia mai avuto. Ed è la sua storia (nonché quella degli agenti ai suoi ordini) quella che ci viene raccontata nel nuovo libro di Gabriele Bagnoli, appassionato ricercatore di storia militare del Novecento. In Cesare Amé e i suoi agenti sono ricostruite moltissime storie di uomini comuni ma straordinari, che agirono e operarono nell’ombra e che, purtroppo, nell’ombra sono rimasti. Spesso accusati ingiustamente delle sconfitte militari sui campi di battaglia perché non avevano raccolto informazioni sul nemico, Gabriele Bagnoli racconta, invece, come Amé e i suoi uomini si profusero giorno dopo giorno, quasi instancabilmente, nella raccolta di quante notizie possibili, stilando quotidianamente rapporti, informative e documenti prontamente inviati alle forze schierate al fronte. Rapporti, questi, che rimasero pressoché i ascoltati, determinando così l’inutile morte di centinaia di migliaia di soldati italiani. Cesare Amé e i suoi agenti porta il lettore in un settore nuovo del secondo conflitto mondiale, ancora poco esplorato e analizzato, quello dell’intelligence appunto, che ci restituisce storie come quella del Tenente Colonnello Manfredi Talamo, ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, che sottrasse il cifrario americano dall’Ambasciata statunitense di Roma e che contribuì notevolmente alle numerose vittorie del Feldmaresciallo Erwin Rommel in Africa Settentrionale. O come quella di tre agenti del SIM operanti dietro le linee nemiche inglesi in Siria, che crearono non pochi problemi agli Alleati in Medio Oriente: vennero poi catturati e, nonostante le torture e le sevizie subite, ma tennero sempre, in ogni circostanza, un comportamento fiero e orgoglioso, non rivelando alcuna informazione, neanche al momento della fucilazione. Il libro di Gabriele Bagnoli analizza tutti i campi in cui operò il SIM, da quello operativo sui campi di battaglia, a quello tecnico, come la decifrazione dei codici segreti alleati, fino a quello del controspionaggio interno nella lotta e nel contrasto agli atti di sabotaggio condotti in Italia da gruppi di commandos inglesi. Una pagina ancora tutta da scrivere, e che il volume su Cesare Amé ha cercato di colmare, infine, è quella relativa al caos delle trattative con gli Alleati che condussero, nel settembre del 1943, alla firma dell’armistizio di Cassibile. Incredibilmente, il SIM non ne venne informato, venne tagliato fuori da ogni “gioco”, lasciandolo solo in un momento cruciale della storia d’Italia. Anzi, vengono riportate tutte le difficoltà, le ambiguità e la confusione delle varie missioni diplomatiche italiane che trattarono con gli Alleati, spesso sconosciute l’una all’altra. Noi Italiani, purtroppo, abbiamo la memoria corta e tendiamo a dimenticarci, a scordarci, della nostra storia e di coloro che fecero grande questa nostra Italia. Gli uomini guidati dal Generale Cesare Amé operarono dietro le quinte e quasi mai si videro conferite onorificenze. Nel libro di Gabriele Bagnoli sono narrate le loro storie e le loro avventure oltre le linee nemiche, tra i vicoli di Roma, dove avevano sede le ambasciate straniere, e nelle zone più remote del pianeta, passando dal Medio Oriente e arrivando fino a Shangai. Molti furono coloro che restarono uccisi e che vennero fatti prigionieri. Tanti altri, infine, assistettero impotenti alla sconfitta dell’Italia nel conflitto.