“Cadevano le bombe come neve, il 19 luglio a San Lorenzo”

“Noi dobbiamo sottoporre la Germania e l’Italia ad un incessante e sempre crescente bombardamento aereo. Queste misure possono da sole provocare un rivolgimento interno o un crollo”

(lettera di Roosevelt a Churchill, del 25 luglio 1941.

La mattina del 19 luglio, contro ogni aspettativa, dopo che per tre anni la Città Eterna era stata risparmiata, i bombardieri Alleati facevano la loro comparsa nei cieli di Roma, bombardandola pesantemente. Questo fu solo il primo, ne seguiranno altri 51, l’ultimo il 4 giugno del 1944, giorno dell’entrata delle truppe americane nella città.

La Stampa

L’attacco, venne sferrato in due fasi dai bombardieri statunitensi delle forze aeree alleate del Mediterraneo, guidati dal generale James Doolittle. La mattina a colpire furono quasi trecento bombardieri pesanti quadrimotori Boeing B-17 Flying Fortress e Consolidated B-24 Liberator, seguiti nel pomeriggio da altri duecento bombardieri medi.

Il giorno non era casuale, ma ricordava un altro episodio drammatico della storia dell’antica Roma, in quello stesso giorno del 64 d.C. l’imperatore Nerone ordinava l’incendio più disastroso che abbia mai toccato la città eterna.

Nonostante i comandi Alleati avessero promesso che non lo avrebbro mai fatto, né a Roma, né a Firenze, né a Venezia, e neppure ad Assisi, sacaternarono sulla città un bombardamento che venne spacciato come militare, ma fu uno dei tantidi stampo terroristico che colpirono le città italiane, come quelle tedesche.

Eisenhower era stato del resto esplicito con i suoi piloti che aveva scelto personalmente:

“se per salvare un solo uomo americano dovete buttar giù il Colosseo, buttatelo pure giù'”.

Il quartiere San Lorenzo, duramente colpito dalle bombe

Le incursioni incontrarono solo una debole resistenza e fecero grande scalpore, turbata fu la stessa pubblica opinione americana dove il legame cristiano aveva pur sempre delle radici profonde. L’azione ebbe importanti conseguenze militari e politiche, favorendo l’ulteriore indebolimento del regime fascista e accelerando verosimilmente la caduta di Benito Mussolini.

Il Duce che aveva appreso dell’attacco mentre si trovava a Feltre per l’incontro con Adolf Hitler fu il solo fra i partecipanti all’incontro a rendersi conto delle pesanti conseguenze, che al di là dei danni materiali l’azione significava. Hitler ormai era abituato ai devastanti bombardamenti su Berlino, ma Roma era stata fino a quel momento risparmiata.

La città subì pesanti danni materiali e le perdite umane furono numerose, San Lorenzo fu il quartiere più colpito, insieme al Tiburtino, al Prenestino, al Casilino, al Labicano, al Tuscolano e al Nomentano. Pesantissimi i danni al Cimitero del Verano e alla Basilica di San Lorenzo.

Le 4.000 bombe (circa 1.060 tonnellate) sganciate sulla città provocarono circa 3.000 morti e 11.000 feriti, di cui 1.500 morti e 4.000 feriti nel quartiere di San Lorenzo. Quasi in tutta la città cessò l’erogazione della corrente elettrica, del gas e dell’acqua.

Al termine del tremendo bombardamento che lascio senza una casa oltre 40,000 romani, papa Pio XII si recò a visitare le zone colpite, benedicendo le vittime sul Piazzale del Verano. Fra le vittime anche ventiquattro vigili del fuoco impegnati nei soccorsi.

Il cimitero del Verano pesantemente colpito
Il cimitero del Verano pesantemente colpito

Benché tra i soccorritori morti vi fosse anche il comandante dei carabinieri generale Azolino Hazon, fedelissimo monarchico che era accorso sul posto, la limousine di Vittorio Emanuele III fu fatta oggetto di sassate e di grida ostili che gli consigliarono un rapido dietro-front mentre un coro di donne gli gridava: “non vogliamo le vostre elemosine, vogliamo la pace, fate la pace”.

“Cadevano le bombe come neve, il 19 luglio a San Lorenzo”, cantava Francesco De Gregori nella canzone incentrata sui bombardamenti nel quartiere romano, il più colpito dagli Alleati durante la seconda guerra mondiale.

Pochi giorni dopo il 13 agosto Roma sarà colpita ancora più duramente.

Italien, Rom, zerstörtes Gebäude

Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post, con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

Sotto per chi fosse interessato il testo completo della canzone di Francesco De Gregori

Cadevano le bombe
come neve,
il diciannove luglio
a San Lorenzo.
Sconquassato il Verano,
dopo il bombardamento.
Tornano a galla i morti
e sono più di cento.

Cadevano le bombe
a San Lorenzo
e un uomo stava
a guardare la sua mano,
viste dal Vaticano
sembravano scintille,
l’uomo raccoglie la sua mano
e i morti sono mille.

E un giorno, credi,
questa guerra finirà,
ritornerà la pace
e il burro abbonderà
e andremo a pranzo la domenica,
fuori porta, a Cinecittà,
oggi pietà l’è morta,
ma un bel giorno rinascerà
e poi qualcuno farà qualcosa,
magari si sposerà.

E il Papa la domenica mattina
da San Pietro,
uscì tutto da solo tra la gente,
e in mezzo a San Lorenzo,
spalancò le ali,
sembrava proprio un angelo
con gli occhiali. E un giorno, credi,
questa guerra finirà,
ritornerà la pace
e il burro abbonderà
e andremo a pranzo la domenica,
fuori porta, a Cinecittà,
oggi pietà l’è morta,
ma un bel giorno rinascerà
e poi qualcuno farà qualcosa,
magari si sposerà