BOMBARDAMENTO DI SAN MARINO
Il 26 giugno 1944 i bombardieri anglo-americani lanciarono in tre ondate su San Marino, tra le 11,03 e le 12,38, 112 bombe da 500 libbre e 113 da 250. Tragico il bilancio: 63 morti, tra cui molte donne e bambini in fila per il pane al Silo Molino Forno. Sammarinesi e anche italiani che si erano rifugiati in Repubblica nella speranza che l'orrore della guerra rispettasse la neutralità dichiarata da San Marino alle forze belligeranti. Le bombe caddero a grappoli sul centro storico, nei pressi della stazione poi a Borgo Maggiore e infine a Santa Mustiola. Una ferita ancora troppo fresca per gioire, pochi mesi dopo, nel settembre del 1944, quando i Cameron Highlanders, dopo lo sfondamento della linea Gotica, fecero risuonare le cornamuse sul Pianello, a simboleggiare la liberazione dall'occupante tedesco. La Reggenza chiese spiegazioni al Generale Alexander che però non seppe darle. Le scuse ufficiali arrivarono solo 17 anni piu' tardi quando il Governo di Sua Maestà britannica offrì a San Marino, come risarcimento, 80mila sterline. Eppure gli stessi piloti dei bombardieri, al rientro alla base a sud di Termoli, nel rapporto di servizio, riportano l'impressione che fosse stato commesso un errore e trasmesso un obiettivo sbagliato.
Il bombardamento venne condotto da aerei della Desert Air Force britannica, il 26 giugno del 1944, per effetto di quella che, successivamente, Winston Churchill definì un'operazione condotta a seguito di informazioni sbagliate. Furono sganciate 263 bombe principalmente sulla linea ferroviaria che la collegava a Rimini facendo 63 morti. Motivo di tale obiettivo era la credenza che l'infrastruttura fosse utilizzata dai tedeschi per la movimentazione di personale bellico e, soprattutto, armi. Oltre a questa versione, ricorrentemente adottata, si suppone che gli alleati abbiano bombardato il territorio per uccidere il Feldmaresciallo Albert Kesselring, ritenuto in visita nella Repubblica proprio in quei giorni.[2] Successivamente, gli Alleati invasero il territorio il 20 settembre 1944 per inseguire i tedeschi in fuga verso nord, nonostante la nazione fosse dichiaratamente neutrale.
Il bombardamento venne condotto da aerei della Desert Air Force britannica, il 26 giugno del 1944, per effetto di quella che, successivamente, Winston Churchill definì un'operazione condotta a seguito di informazioni sbagliate. Furono sganciate 263 bombe principalmente sulla linea ferroviaria che la collegava a Rimini facendo 63 morti. Motivo di tale obiettivo era la credenza che l'infrastruttura fosse utilizzata dai tedeschi per la movimentazione di personale bellico e, soprattutto, armi. Oltre a questa versione, ricorrentemente adottata, si suppone che gli alleati abbiano bombardato il territorio per uccidere il Feldmaresciallo Albert Kesselring, ritenuto in visita nella Repubblica proprio in quei giorni.[2] Successivamente, gli Alleati invasero il territorio il 20 settembre 1944 per inseguire i tedeschi in fuga verso nord, nonostante la nazione fosse dichiaratamente neutrale.
Visto che le accuse di collaborazionismo non furono mai dimostrate, la Repubblica di San Marino fu risarcita con 80.000 sterline il 7 luglio 1961. Fu inoltre riconosciuto, con una presa di posizione esplicita da parte della Camera dei Comuni, il rigore adottato da San Marino nel conflitto a perseguire il proprio consueto neutralismo.