All'alba del 12 settembre 1944 23 prigionieri furono prelevati dal Lager di Bolzano e portati alla caserma dove vennero uccisi uno ad uno con un colpo alla nuca dai nazisti.
Una parte dei 23 erano militari di varie regioni italiane che dopo l'8 settembre 1943 avevano mantenuto al propria fedeltà al Regno d'Italia e che facevano parte di missioni segrete organizzate dai servizi segreti inglese e americano.
Erano stati catturati fra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944 in più località dell'Italia centrale e settentrionale nel corso delle loro missioni clandestine. Dalle carceri in cui erano stati rinchiusi, alcuni di essi per parecchi mesi, erano passati poi nelle carceri veronesi, da cui poi giunsero nel Lager di Bolzano.
I loro corpi furono riesumati nel giugno 1945 da una commissione alleata, che provvide a dare loro sepoltura cristiana. I nomi furono però identificati alla fine di giugno, quando non fu più possibile associare un'identità a ciascuna salma. Per questo motivo i 23 non sono potuti tornare alle loro città d'origine, ma riposano ancora oggi nel cimitero militare di San Giacomo.
Nel dopoguerra, 7 di essi furono insigniti di medaglie al valor militare proprio a motivo della loro attività antifascista e antinazista e per il modo in cui morirono.
Ecco le ultime ore dei soldati descritte da don Daniele Longhi:
«In noi, come in ognuno dei nostri con detenuti transitati dal campo di concentramento di Bolzano, resterà conficcato nella memoria, a guisa di pugnale d'acciaio immerso nelle carni, l'angosciosa, straziante visione ultima, dei nostri 23 compagni, che uscivano dal campo diretti alla morte, incamminati verso la soglia dell'eternità. Erano sempre stati altissimi di morale, durante tutto il periodo della loro permanenza in campo, provenienti dai Forti di Verona; pur presentendo, anzi, esattamente consapevoli che ogni giorno poteva segnare la data di una loro tragica fine, non erano mai apparsi afflitti agli occhi dei compagni, che li potevano vedere durante il loro disvago giornaliero, quando era loro consentito passeggiare nel cortile antistante il loro blocco recintato; la sera precedente avevano giocato a calcio, ultimo sollievo che l'avrebbe per un poco distolti dal pensiero preoccupante e nero della morte, anche se questa morte sarebbe stata gloriosa.»
Associazione Nazionale Combattenti e Reduci - Federazione di Padova