BATTAGLIA SULL'ORTIGARA

Per gli italiani uno dei pilastri fondanti il mito dell’Ortigara è sempre stato l’elevatissimo numero di perdite registrate durante i combattimenti che infuriarono tra il 10 e il 29 giugno 1917, quando fu abbandonata quota 2.003. Il conteggio definitivo è da sempre oggetto di continue rivalutazioni, non sempre ufficiali, e spesso contaminate da celebrazioni e retorica, che hanno elevato in modo iperbolico il numero delle perdite umane. Già negli anni trenta il generale Aldo Cabiati, nella premessa del suo testo Ortigara, non esitava a parlare di «leggende tristi e paurose: le perdite – in effetti grandissime – vennero assai esagerate». Bisogna ricordare poi che l’ipotesi difensiva uno” aveva un fronte d’attacco che copriva longitudinalmente tutto l’altopiano di Asiago, dalla Caldiera alla val d’Assa dove furono impegnati tre corpi d’armata, ed è quindi inesatto associare l’offensiva del 10 giugno al solo Ortigara e quindi alle sole truppe alpine. Lungo tutto il fronte furono impegnati diversi reparti di fanteria, soprattutto per quanto riguarda la Brigata “Sassari” a monte Zebio, ma fu sul XX Corpo di Montuori, e soprattutto sulla 52ª Divisione nel settore Ortigara-Campigoletti-monte Forno, che gravò il peso maggiore dell’attacco.

La segreteria del capo di Stato maggiore della 6ª Armata, in un rapporto del colonnello Calcagno, riporta le perdite complessive dell’intera armata per il periodo 10-30 giugno in 134 ufficiali morti, 566 feriti e 19 dispersi, mentre per la truppa viene riportato un totale di 2.158 soldati morti, 12.059 feriti e 2.199 dispersi, per un totale complessivo di 17.162 uomini fuori combattimento. Nello stesso rapporto viene poi specificato che le perdite sull’Ortigara furono di 106 ufficiali morti, 411 feriti e 17 dispersi, mentre per la truppa conta 1.724 morti, 9.254 feriti e 1.753 dispersi, per un totale complessivo solo sull’Ortigara di 13.265 vittime, confermando ancor di più come il massimo sforzo dell’offensiva ricadde su una piccola porzione del settore dove fu impegnata la 52ª Divisione e i suoi battaglioni alpini[64]. Secondo i dati esposti nella relazione ufficiale italiana, in totale la battaglia costò agli italiani 169 ufficiali morti, 716 feriti e 98 dispersi; 2.696 militari morti, 16.018 feriti e 5.502 dispersi (totale perdite 25.199 uomini): anche in questo caso si conferma che il salasso più cospicuo fu sofferto dalla 52ª Divisione e soprattutto dai reparti alpini che ebbero 110 ufficiali morti, 330 feriti e 50 dispersi; 1.454 militari morti, 8.127 feriti e 2.562 dispersi; per un totale di 12.633 perdite[46]. A questa cifra vanno poi aggiunte le perdite delle brigate “Regina” e “Piemonte”, del 9º Reggimento bersaglieri e dei reparti artiglieria, mitraglieri e genio raggruppati sotto la 52ª Divisione. Per il 9º Reggimento bersaglieri, che fu investito dal contrattacco austro-ungarico del 25 giugno, in un rapporto del 28 giugno del generale Di Giorgio si parla di un totale di 1.224 tra morti, feriti e dispersi, di cui 927 solo il 25 giugno; altre cifre diffuse dal 1º luglio parlavano di 48 morti, 442 feriti e 422 dispersi per un totale di 912 bersaglieri perduti, altre ancora aggiustano la cifra a 1.439 bersaglieri messi fuori combattimento durante il loro impiego al fronte.
Per riassumere le enormi perdite italiane durante questi caotici giorni di battaglia, si può citare l’efficace commento nella relazione ufficiale austro-ungarica: «[…] le perdite italiane raggiunsero così quelle di una battaglia sull’Isonzo; i due terzi però furono contati su un fronte lungo soltanto due chilometri. Bisogna aver presente questo particolare per capire il dolore e l’orrore per il sangue inutilmente versato soprattutto dagli alpini: questi sentimenti hanno sempre contraddistinto in Italia il nome di Ortigara». Le perdite austro-ungariche furono comunque anch’esse importanti e assommavano all’incirca a 26 ufficiali morti, 154 feriti e 71 dispersi mentre i militari morti furono 966, i feriti 6.167 e 1.444 i dispersi, per un totale di 8.828 uomini fuori combattimento; nei reparti che fronteggiarono la 52ª Divisione, la proporzione delle perdite austro-ungariche è persino superiore, a comprova della durezza degli scontri in quel settore.