Notiziario: Autoaffondamento della flotta francese a Tolone, 27 novembre 1942

Autoaffondamento della flotta francese a Tolone, 27 novembre 1942

Dopo la campagna di Francia conclusasi con una netta vittoria da parte delle forze dell’Asse, la Francia era stata costretta a sottoscrivere un doppio armistizio con la Germania la potenza vincitrice della guerra e il Regno d’Italia, che si era unito alla campagna contro il paese transalpino negli ultimi giorni della stessa.

L’armistizio fra la Francia e la Germania, venne sottoscritto il  22 giugno 1940, seguito il, 24 dello stesso mese da quello fra Francia e Italia. Lo stesso, venne definito dal generale francese Charles De Gaulle

« Armistizio…disonorante… metteva, a discrezione del nemico una flotta francese intatta »

La Francia sconfitta dopo aver perso le regioni dell’Alsazia e della Lorena, incorporate dal Terzo Reich e la zona delle Fiandre unite all’amministrazione militare tedesca del Belgio, venne divisa in tre parti, la Francia del nord e la zona atlantica, denominata zone occupée passarono sotto diretto controllo germanico, all’Italia venne assegnata una minuscola parte di territorio, mentre nella zona meridionale del paese, chiamata zone libre, venne costituita una repubblica con sede a Vichy.

Divisione della Francia.png

A presiedere la stessa venne istituito un governo collaborazionista affidato al maresciallo maresciallo di Francia Philippe Pétain, eroe della prima guerra mondiale. Egli instaurò in breve un regime appoggiato da movimenti fascisti, nazionalisti, monarchici e antisemiti presenti in Francia, e sotto il suo controllo rimase anche la maggior parte dell’immenso impero coloniale francese.

Arriviamo cosi all’argomento oggetto del nostro post odierno. L’armistizio del 22 giugno 1940, prevedeva che la flotta francese sarebbe stata in gran parte disarmata e confinata nei suoi porti, sotto il controllo francese. Gli alleati, preoccupati per il fatto che la flotta, che comprendeva alcune delle più moderne navi da guerra del tempo, potesse cadere in mani nemiche, la bombardarono nella base francese di Mers-el-Kebir presso Orano il 3 luglio 1940, e successivamente a Dakar il 23 settembre 1940.

L’8 novembre 1942 gli alleati diedere il via all’operazione Torch, l’invasione del Nord Africa francese. Il Generale Dwight Eisenhower, con l’accordo di Roosevelt e Churchill, concluse un accordo segreto con l’Ammiraglio François Darlan, comandante delle forze di Vichy in Nord Africa, secondo il quale le forze franvesi avrebbero opposto una finta resistenza. Quando Hitler scoprì questo piano, attivò prontamente l’Operazione Anton, l’invasione della Francia di Vichy.

Il 10 novembre i tedeschi occupavano la zone libre, l’11 le truppe italiane sbarcarono in Corsica, e truppe italo-tedesche furono inviate in Tunisia per occuparla prima degli Americani. Quando il 27 novembre, dopo che avevano circondato Tolone, le truppe tedesche al comando del Generaloberst Johannes Blaskowitz si presentarono presso il porto, intenzionate a requisire la flotta, il Segretario della Marina di Vichy, ammiraglio Gabriel Auphan, ordinò al comandante Jean de Laborde di:

Opporsi, senza spargimento di sangue, all’ingresso di truppe straniere in stabilimenti, aeroporti ed edifici della Marina;
Allo stesso modo opporsi all’ingresso di truppe straniere a bordo delle navi della flotta; trovare accordi mediante la negoziazione degli enti locali; e
Se questo si fosse rivelato impossibile, autoaffondare la flotta.

Mappa della base navale di Tolone, con la posizione delle unità francesi
Mappa della base navale di Tolone, con la posizione delle unità francesi

I primi ordini erano di far capovolgere le navi, ma gli ingegneri, pensando di recuperare le navi dopo la guerra, lo fecero modificare in affondamento sulla chiglia. Quando i tedeschi occuparono Fort Lamalgue, arrestando il generale André Marquis, l’ammiraglio Jean de Laborde, Dornon, ordinò immediatamente l’affondamento della flotta. Le valvole di allagamento delle navi erano già state aperte, e poco dopo esplosero anche le prime cariche esplosive.

La maggior parte della flotta fu resa inutilizzabile, e solo quattro cacciatorpediniere furono immediatamente recuperati; ad essi si aggiunse poco più tardi anche il Valmy, che fu riportato a galla. Tutte queste imbarcazioni furono trasferite in Italia e immesse nella Regia Marina, che incorporò anche le unità che vennero successivamente recuperate, ma non vennero mai utilizzate.

In totale 235 000 tonnellate di naviglio furono affondate, tra cui :

3 corazzate,

7 incrociatori,

15 cacciatorpediniere,

13 torpediniere,

6 avvisi, 12 sommergibili, 9 pattugliatori e dragamine, 19 navi di sostegno, 1 nave scuola, 28 rimorchiatori e 4 docks de levage.

Tutte le navi di grosso tonnellaggio furono affondate, alcune furono recuperate dalla Regia Marina che, insieme ad alcune navi di tonnellaggio inferiore rimaste intatte, le immise nella propria flotta, anche se spesso non furono mai realmente operative[7].
6 navi sfuggirono all’affondamento : 5 sommergibili, Marsouin, Casabianca, Le Glorieux, Iris e Venus (anche se quest’ultimo affondò successivamente nella rada grande), e la Léonor Fresnel.