Ucciso dai fascisti, dopo 73 anni attribuito il nome all'Ignoto di Giovi. Grazie al dna e alla lunga e paziente ricerca condotta dall'aretino Roberto Carnesciali. Si chiamava Pietro Montagna, conosciuto come Pierino, e aveva 19 anni. Proveniva dalla provincia di Pavia e quel 19 marzo 1944 sul treno delle 8.05 per il Casentino, venne trovato dalle guardie senza documenti. Accusato di essere un disertore, in due gli spararono nella carrozza di prima classe e abbandonarono il corpo. Senza sapere chi fosse, venne sepolto nel cimitero della frazione di Arezzo da mani pietose. Dopo la guerra gli omicidi vennero processati e condannati, a vuoto i tentativi della Croce Rossa di capire chi fosse. Mentre a casa Pierino non era tornato. Dopo tutto questo tempo, Carnesciali grazie a documenti e testimonianze ha individuato la pista buona. Necessaria la comparazione del dna, tra quello estratto nei resti di Giovi e quello del babbo di Pierino, sepolto al nord. E' arrivata la conferma. Le spoglie probabilmente lasceranno Giovi, dove l'Ignoto è stato custodito con affetto e devozione. Il giovane Pierino era ad Arezzo, nell'esercito, ma nel suo cuore pulsava la voglia di partecipare alla lotta di Liberazione e quel giorno voleva andare ad unirsi ai partigiani.