Andra e Tatiana Bucci, salve dalla Shoah perché il dottor Mengele le credette gemelle
La storia di Andra e Tatiana Bucci e di loro cugino Sergio De Simone: bambini deportati nel lager per essere usati come cavie da laboratorio.
Era il 29 novembre 1944. Un treno arrivò presso il lager di Neuengamme e a scendere furono 20 bambini. Fra loro c'era Sergio De Simone, un bimbo italiano. Avrebbe festeggiato il suo compleanno quel giorno, se solo avesse potuto. Ma facciamo un passo indietro.
Sergio era nato a Napoli nel 1937, un anno prima della promulgazione delle leggi razziali fasciste. Poi, suo padre Edoardo era partito per la guerra e la mamma Gisella aveva deciso di tornare nella casa della famiglia d'origine, a Fiume. Da sua sorella Mira, che aveva due bambine: Andra e Tatiana, di 4 e 6 anni, molto legate a Sergio. La vita scorreva tranquilla, poi il terremoto: i bambini ebrei espulsi dalle scuole e gli adulti privati del loro lavoro, delle loro vite.
Il dramma delle deportazioni iniziò, anche per Sergio e per la sua famiglia. Un delatore segnò il destino del bambino, di sua madre e di sua nonna, delle cuginette e della loro mamma. Tutti deportati alla Risiera di San Sabba e da lì a Auschwitz: partiti il 29 marzo 1944, a bordo del convoglio 25T. L'arrivo all'inferno, poi, la notte del 4 aprile 1944. Scaricata sulla rampa, la famiglia venne drammaticamente divisa: nonna Rosa caricata su un camion e spedita al gas; Mira e le sue Andra e Tatiana raggiunsero Birkenau a piedi, assieme a Gisella e al piccolo Sergio.