Amsterdam, 4 agosto 1944: l’arresto di Anne Frank e della sua famiglia.

In seguito ad una delazione, il sottufficiale delle SS Karl Silberbauber, insieme ad alcuni poliziotti olandesi, trae in arresto in un nascondiglio al civico numero 263 di Prinsengracht ad Amsterdam, la famiglia Frank e quella di Hermann van Pels. Per non dimenticare. Per riflettere...
di Federica Pannocchia

È venerdì 4 agosto 1944. Il sole brilla alto nel cielo, rendendo l’aria calda. È una perfetta giornata estiva quando all’improvviso al quartiere generale della Sicherheitsdienst (la polizia tedesca) di Amsterdam, squilla il telefono. A rispondere è Jilius Dettman, un ufficiale della SD. Qualcuno, all’altro capo del telefono, gli racconta che dei clandestini sono nascosti al numero 263 di Prinsengracht. Jilius ordina al sottufficiale delle SS Karl Silberbauber, austriaco, di recarsi a quel nascondiglio con dei poliziotti olandesi.

Silberbauber e gli altri uomini arrivano al magazzino della ditta, al pian terreno. Entrano e chiedono informazioni. Il magazziniere Willem Van Maaren, in silenzio, indica il piano di sopra. Essi entrano nell’edificio dirigendosi subito verso l’ufficio. Miep Gieps vede entrare un ometto basso, con la pistola

Miep Gies, all’anagrafe Hermine Santrouschitz (Vienna, 15 febbraio 1909 – Hoorn, 11 gennaio 2010)

puntata contro di lei.
L’ordine è chiaro: “Rimanete seduti. E nessuno si muova.”
La tensione sale e Victor Kugler, che si trova nell’ufficio accanto, sentendo una gran confusione va a vedere che cosa sta succedendo. Impaurito ferma lo sguardo su quattro poliziotti, e si rende conto che uno di loro ha la divisa della Gestapo. Un agente gli punta la pistola contro, dicendogli di fare strada.
Victor Kugler è obbligato a obbedire e spera che gli agenti si limiteranno a vedere solo i magazzini sul lato della strada. Ma si sbaglia, e si dirigono verso la libreria girevole. Nonostante Kugler menta sostenendo che si tratti di un semplice scaffale, il sergente maggiore – che sapeva la verità – tira la libreria, aprendola.
Lo scaffale cede lasciando in mostra la porta segreta.

Anne e gli altri da anni vivono nella paura di essere scoperti.
L’8 novembre 1943 ad esempio Anne Frank aveva scritto nel suo diario:

(…) L’alloggio segreto col nostro gruppo di rifugiati mi sembra uno squarcio di cielo azzurro attorniato da nubi nere cariche di pioggia. L’area rotonda e circoscritta su cui stiamo è ancora sicura, ma le nubi si avvicinano sempre di più (…).

Quella mattina, alle dieci e mezzo circa, Otto Frank è di sopra con i Van Pels e sta aiutando Peter per una lezione d’inglese quando improvvisamente sente qualcuno salire le scale. È rischioso fare tutto quel rumore, quindi decide di andare a vedere chi è il colpevole di quel gran baccano. La porta si apre di scatto e Otto si ritrova davanti un uomo con la pistola in pugno, puntata contro di loro.

La stanza del nascondiglio di Anne e Margot Frank

Nel frattempo Anne e gli altri sono raggruppati dabbasso. Otto viene obbligato assieme a Peter a scendere una scala con le mani alzate. Nella stanza dei van Pels vi sono la signora e il signor Van Pels e Pfeffer, tutti con le mani sopra la testa e gli occhi immobili. Ancora un’altra scala: Edith, Anne e Margot sono nel loro appartamento. Sono le prime a essere perquisite e arrestate. Subito dopo anche Fritz Pfiffer li raggiunge.

“Lì vidi mia moglie e le mie figlie, anch’esse con le mani alzate.” Ha raccontato Otto Frank in una testimonianza.
L’incubo di ognuno di loro si trasforma in realtà. Potrebbero essere arrestati tutti quanti.
I clandestini devono consegnare tutti gli oggetti di valore. Silberbauber afferra la cartella di Otto, nella quale Anne conservava le carte che componevano il suo diario, e ne scrolla via il contenuto per riempirla con gli oggetti di valore.

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Le carte che compongono il diario di Anne cadono sul pavimento.
“Preparatevi. Fra cinque minuti dovrete essere di nuovo tutti qui.”  Ordina Silberbauber, e poi con gli altri scende le scale molto lentamente. I clandestini prendono i vestiti essenziali, lo spazzolino da denti il pettine e poco altro.
“Anne non era neppure spaventata.” Ha raccontato successivamente Otto “era soltanto abbattuta, come tutti noi. Forse a causa di quell’abbattimento non le venne in mente in mettere nello zaino uno dei quaderni che erano caduti a terra. O forse pensò che ormai tutto, tutto era perduto.” L’attesa si fa lunga.
D’improvviso, durante la perquisizione dell’alloggio, salta fuori una vecchia maglia militare di Otto  Frank, luogotenente di riserva nell’armata tedesca durante la Prima Guerra Mondiale. Silberbauer ne rimane impressionato. Usa un tono più calmo e non insiste più affinché i clandestini si affrettino.Verso l’una del pomeriggio arriva una macchina: si tratta di un camioncino blindato.
I clandestini vengono arrestati assieme ai due benefattori, Victor Kluger e Johannes Kleiman.
Miep Gies, Jan e il fratello di Kleiman osservano la scena dall’altra parte del canale. Sono riusciti a dileguarsi senza farsi vedere.

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Gli ex clandestini e i due benefattori sono scortati alla sede ella delegazione di Amsterdam della polizia di sicurezza nazista, presso una scuola requisita dall’Euterpestraat, e sono rinchiusi in uno stanzone con altri detenuti.
Successivamente, vengono interrogati individualmente. Gli agenti vogliono sapere da loro nuovi indirizzi in cui si nascondono altri clandestini, ma tutti tacciono e Otto aggiunge che nei 25 mesi che si sono rifugiati nell’Alloggio segreto, hanno perso contatti con chiunque.Gli ex clandestini e i benefattori vengono separati. Johannes Kleiman e Victor Kugler sono mandati nel carcere in Amstelveenseweg, mentre gli otto ex clandestini, dopo un pomeriggio e una notte alla prigione dell’Euterprestraat, vengono condotti nel penitenziario in Weteringschans.Non si scoprirà mai chi ha fatto la spia, tradendoli.

Lo sapevi che…?
Dopo che Anne e gli altri clandestini furono arrestati, ancora scossi a causa di tutto quello che era successo, Miep Gies e Bep salirono nelle stanze in cui fino a poco prima si erano nascosti i Frank. Sparsi sul pavimento videro numerosi fogli.
Capirono che si trattava del diario di Anne e Miep lo raccolse. Fu lei a custodirlo e a consegnarlo, dopo anni, a Otto Frank.

Per leggere tanto altro ancora su Anne Frank: https://www.unponteperannefrank.org/

© Federica Pannocchia, 2018